lunedì 15 aprile 2013

CULLODEN - SCOTLAND

 
 
 
 
 
La Battaglia di Culloden (gaelico: Blàr Chùil Lodair), combattuta il 16 aprile 1746 presso Inverness nelle Highlands scozzesi, vide i sostenitori di Carlo Edoardo Stuart, detto il "Giovane Pretendente" (detto anche "Bonnie Prince Charlie"), definitivamente sconfitti dalle forze lealiste comandate dal Duca di Cumberland, figlio di re Giorgio II, che per l'efferatezza della repressione portata avanti nei confronti dei giacobiti fu soprannominato "Billy il Macellaio".
Quella di Culloden fu l'ultima battaglia campale combattuta in Gran Bretagna, e nonostante si fosse in piena età moderna gli scozzesi utilizzarono sul campo concetti e strategie risalenti al Medioevo, inefficaci e superati; lo scontro si concluse con la loro disastrosa sconfitta.
 
L'esito disastroso della battaglia pose definitivamente fine sia ai piani degli Stuart di riconquistare il trono inglese, sia al sogno scozzese di rendersi nuovamente indipendenti dall'Inghilterra. Lo sterminio totale dei feriti ordinato ai suoi soldati fece sì che il Duca di Cumberland fosse soprannominato dagli scozzesi "Billy the Butcher", Billy (diminutivo di William) il Macellaio in italiano. Alcuni prigionieri d'alto rango vennero portati a Inverness per essere processati e giustiziati, mentre tre Lord ribelli furono inviati a Londra.
Carlo Edoardo fuggì dal campo di battaglia e passò altri cinque mesi da fuggiasco in Scozia, con una taglia di ben 30.000 sterline sulla sua testa. Aiutato da una nobildonna scozzese, Flora MacDonald, di lì a poco il Bel Carlo lasciò avventurosamente il suolo scozzese, travestito da donna, per riparare in Francia
 
Subito dopo la battaglia, Cumberland si recò ad Inverness con la sciabola ancora coperta di sangue, come gesto simbolico e di monito. Il giorno seguente, il massacro andò avanti. Il Duca svuotò le prigioni dai detenuti inglesi ed ordinò di riempirle con i prigionieri giacobiti. Un certo numero di arrestati fu portato in Inghilterra per essere processato per alto tradimento. Una serie di processi ebbe luogo a Berwick-upon-Tweed, York e Londra e molti giacobiti furono tenuti prigionieri per diverso tempo nei pontoni sul Tamigi e in Tilbury Fort dove vennero trattati in maniera ignobile, torturati e lasciati morire. Le esecuzioni vennero condotte sulla base di un rapporto di uno a venti. In totale, dopo la battaglia di Culloden, furono presi prigionieri 3.470 giacobiti ed altri sostenitori, dei quali 120 vennero condannati a morte ed 88 perirono nelle carceri; 936 furono deportati nelle colonie e 222 vennero mandati in esilio. Mentre molti in seguito furono rilasciati, la sorte di quasi 700 persone è rimasta ancora sconosciuta. Allo stesso modo di come operò una giustizia sommaria sui prigionieri giacobiti, Cumberland si mostrò inflessibile anche nei confronti dei suoi uomini, facendo fucilare 36 disertori inglesi. La repressione attuata non fu comunque molto differente per efferatezza da quella operata da Giacomo II ai tempi della ribellione di Monmouth, con le assise insanguinate del giudice Jeffreys.
Diversamente dai ribelli scozzesi, ai picchetti di soldati irlandesi dell'esercito francese fu concessa una resa formale e venne riservato un trattamento onorevole, permettendogli anche un ritorno in Francia. La differenza stava nel fatto che questi ultimi erano considerati soldati regolari di una nazione straniera e soggetti al normale codice di guerra. I prigionieri giacobiti, invece, erano visti come dei traditori e da trattare di conseguenza.
 
La repressione delle truppe governative contro i giacobiti ed i loro simpatizzanti proseguì nei mesi successivi. Gli inglesi, inoltre, presero diversi provvedimenti per sottomettere definitivamente la Scozia, annientandone costumi e tradizioni: agli scozzesi fu proibito di indossare il kilt o di suonare la cornamusa, con la sola eccezione dei reggimenti reclutati nell'esercito inglese; a questa serie di leggi, detta Atto di Proscrizione (Act of Proscription), si aggiunsero l'Atto di Abolizione del Possesso (Tenures Abolition Act), che decretò la fine del vincolo feudale di servizio militare e l'Atto di Giurisdizione sulla Successione (Heritable Jurisdictions Act), che abolì l'autorità virtuale che i capi avevano sui loro clan. Le nuove provvisioni ecclesiastiche mirarono a proscrivere la principale confessione religiosa dei giacobiti, l'Episcopalismo. Anche le radici culturali scozzesi furono duramente provate dagli inglesi, che osteggiarono l'uso del gaelico e la recita delle antiche opere letterarie scozzesi.
« L'agreste piva e gl'allegri lai
Non più allieteran i giorni felici;
Né i bei dì di dilettevol festa
Rallegreran le tetre notti d'inverno;
[...]
E nulla s'udrà ma sol di dolor pianti,
Mentre pallidi gli spirti dello scempio
Si libreran ogni notte sulla landa silente. »
(Lacrime di Scozia, Tobias Smollett)
In seguito alla battaglia Händel scrisse l'oratorio Judas Maccabeus in onore del Duca di Cumberland, con la celeberrima aria “See how the conquering hero comes”.
 
 
 
 
 
Sin qui la storia scritta sui libri e raccontata dalle cronache......sono stato in quel campo di battaglia nel 2009 e le sensazioni e i sentimenti che si provano nel calpestare quel suolo sono assai difficili da descrivere. Sembra quasi che i fantasmi di questo glorioso popolo vaghino ancora in cerca di pace. Il silenzio, il vento e le pietre messe in ricordo dei Clan che parteciparono allo scontro, mettono tristezza. Un popolo obbligato con la forza a far parte di un regno a cui  sentono di non appartenere. Obbligati a non parlare la loro lingua, a non usare i loro costumi, le loro usanze, la loro musica. Era un popolo cattolico in passato ma ora sono protestanti....che dire, sono tutte cose che nel mondo continuano ad accadere nell' indifferenza totale. 
 

 Nel 2014 in Scozia si terrà un referendum in cui gli scozzesi avranno la possibilità, dopo 268 anni, di scegliere se far parte del Regno Unito o essere finalmente liberi.
 

3 commenti:

  1. Spero di tutto cuore che ciò possa avvenire e che il 2014 arrivi prestissimo! Mi auguro che, con l'indipendenza, torni a rifiorire in Scozia il Cattolicesimo. Post interessante, grazie! Un grande abbraccio

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  2. Grazie Martina, però non so se la Scozia di oggi possa permettersi l'indipendenza, è un paese molto bello ma spopolato, e molti, come in passato, migrano verso gli USA. L'importante è che decidano in maniera democratica del loro futuro e scelgano liberamente se essere Britannici oppure no. Dubito che possano tornare ad essere completamente cattolici, sono Presbiteriani e hanno una loro chiesa indipendente dalla corona inglese, sono anche molto convinti.....ma, Dio vede e provvede!!
    Un' abbraccio, e grazie di leggere i miei post, Rossana mi prende in giro e chiama il mio blog www.nomileggenessuno.it!!!......ma secondo me non è vero, è solo che non scrive nessuno, qualcuno già legge!!!

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    1. Leggo sempre i tuoi post, a volte vado di fretta e quindi non commento.....credo capiti a tutti i tuoi lettori la stessa cosa! Anche il mio blog non brilla in quanto a commenti! Pazienza......
      In quanto alla Scozia, mai dire mai! L'attore Sean Connery è un sostenitore convinto dell'indipendenza e sono convinta che farà la sua parte, se nel frattempo non è invecchiato troppo!

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