mercoledì 26 dicembre 2012

AURORA

 
Oggi è di nuovo festa, la mia principessa compie otto anni!!! Auguri Aurora e grazie Signore di avercela donata, è bella, brava e ha un caratterino niente male.......a cent'annus cun salludi!!! 

giovedì 20 dicembre 2012

LA VITA DOPO........

''Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto? > 
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi. 
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? > 
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. 
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. > 
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.> 
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. > 
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi. 
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? > 
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. > 
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. 
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...> “

‎''Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto? >
- Certo. Qualcosa deve esserci d...
opo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi.
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita? >
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. >
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.>
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. >
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? >
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. >
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...> “

domenica 16 dicembre 2012

ARIA

Chiudere gli occhi e ascoltare questa musica, vera magia di Bach, immaginare di volare via sulle ali del suono dolce e leggero, volteggiare, farsi portare via dalle calde correnti, planare, vedere il mondo che sta sotto, dirigersi verso l'infinito, lasciare andare i pensieri e poi tornare giù, guardare il creato dal punto di vista del Creatore, immaginare il mondo calmo, silenzioso, in preghiera, vivere un attimo di alba come non si è mai vista, il sole che si affaccia e poi esplode nella sua maestosità, sentire il suo calore che cresce e ti accarezza, il vento che ti sfiora, riprendere il volo su quella quarta corda e continuare a sognare..............magicamente!!!
 
 
 
La suite per orchestra n. 3 in Re maggiore (BWV 1068) fu scritta da Johann Sebastian Bach per il suo patrono, il principe Leopoldo di Anhalt-Köthen, tra gli anni 1717 e 1723. L'organico della suite comprende 3 trombe, timpani, 2 oboi, archi e basso continuo.

L'aria sulla quarta corda 

Il secondo movimento della suite in Re maggiore (BWV 1068) di Johann Sebastian Bach porta l'identificativo di Aria, ma è conosciuto (impropriamente) con il titolo di Aria sulla quarta corda, e si distacca dal resto della suite in quanto è l'unico movimento nel quale vi sia un organico esclusivamente composto da strumenti ad arco.
Nel Romanticismo la bellezza di quest'aria convinse i virtuosi dell'epoca, e in particolare il violinista tedesco August Wilhelmj, a trasportare da Re maggiore a Do maggiore il brano e ad abbassarlo di un'ottava in modo da poter essere suonato tutto sulla quarta corda del violino (la corda di Sol). Così trascritta l'aria perde la sua connotazione pura, celeste e cristallina per assumere tinte meditative e romantiche, un suono caldo e intimo.
L'aria sulla quarta corda è divenuta celebre in Italia anche al grande pubblico grazie alla versione del gruppo vocale Swingle Singers (album Jazz Sebastian Bach del 1963). La versione jazzistica è stata impiegata come sigla da diversi programmi televisivi condotti da Piero Angela (Quark ed altri).
 
 
 

sabato 15 dicembre 2012

BOLERO


Il Bolero (in francese Boléro) composto da Maurice Ravel nel 1928 è una musica per balletto, divenuta celebre anche come pezzo concertistico. È sicuramente il bolero più celebre mai composto, nonché l'opera più popolare del compositore.
 
 
Storia 
La composizione fu commissionata da parte di Ida Rubinstein, una ballerina russa. Ravel non ne voleva più sapere di balletti dopo che aveva rotto con il mostro sacro dell'epoca in tema di balletti, quel Sergej Diaghilev che imperava a Parigi in quegli anni come direttore artistico nonché fondatore dei famosi Ballets Russes. Ma cedette alle insistenze della Rubinstein e decise di orchestrare un pezzo del compositore spagnolo Isaac Albéniz, il componimento per pianoforte Iberia, per un balletto. Arrivò presto però la notizia che gli eredi del grande compositore spagnolo non avevano acconsentito a nessuna trascrizione di pezzi del maestro anche perché la partitura della Iberia era già stata orchestrata dal maestro Enrique Fernàndez Arbòs.
Fu a questo punto che Ravel, non scoraggiandosi, prese l'iniziativa di comporre ex novo un pezzo a tempo di bolero, scegliendo dunque un brano dal carattere tipicamente spagnolo. Il Bolero andò in scena all'Opéra di Parigi il 22 novembre 1928, diretto da Walter Straram con le coreografie di Bronislava Nijinska. Il balletto, pur molto innovativo e provocatorio, ottenne un clamoroso successo. La prima esecuzione come brano concertistico avvenne invece l'11 gennaio 1930 e fu eseguita sotto la direzione dello stesso Ravel.
 

Balletto 

Il balletto originale è una sorta di ballo rituale durante il quale una donna danza seducente su un tavolo, mentre un gruppo di uomini si avvicinano a lei sempre più, con il crescere della musica. Esistono altre letture del balletto, come quella di Maurice Béjart che assegnò la parte principale ad un danzatore, o quella di Aurel Milloss, ambientata in una taverna.

Organico 

2 flauti (il 2° anche 2° ottavino), ottavino, 2 oboi (il 2° anche oboe d'amore), corno inglese, clarinetto piccolo in mi♭, 2 clarinetti in si♭, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, tromba piccola in re, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, 3 saxofoni (sopranino, soprano e tenore), timpani, 2 tamburi, piatti e tam-tam, celesta, arpa e archi
 

Struttura 

Il brano è strutturato dalla ripetizione di due temi principali A e B, di diciotto battute ciascuno, proposti da strumenti diversi. I temi si inseriscono sull'accompagnamento ritmico continuo del tamburo, e sull'accompagnamento armonico, spesso proposto in maniera accordale. La successione delle ripetizioni è disposta in un graduale e continuo crescendo, dal pianissimo iniziale fino al maestoso finale, per un totale di diciotto sequenze musicali (nove ripetizioni del tema A e nove del tema B). Il brano rimane sempre nella tonalità di do maggiore, sebbene nel tema B siano presenti elementi tensivi dominanti come il SIb che lo differenziano dal tema A diatonico, tranne una breve modulazione in mi maggiore nell'ultima sequenza che apre alla cadenza finale. L'organico orchestrale previsto è un'orchestra sinfonica con l'aggiunta di un oboe d'amore, di tre saxofoni e di un gong. Man mano che cambiano i temi vengono inseriti strumenti al fine di curare il timbro e nello stesso tempo per sottolineare uno stato di confusione, tanto che nella parte finale gli strumenti sono tanti da alterare il riconoscimento del ritmo e delle note.
 

Sequenze 

Temi e strumenti che li espongono:
  1. Tema A, flauto
  2. Tema A, clarinetto
  3. Tema B, fagotto
  4. Tema B, clarinetto piccolo
  5. Tema A, oboe
  6. Tema A, tromba e flauto
  7. Tema B, sax tenore
  8. Tema B, sax soprano
  9. Tema A, celesta, ottavini, corno
  10. Tema A, clarinetti, oboi
  11. Tema B, trombone
  12. Tema B, fiati
  13. Tema A, violini e fiati
  14. Tema A, violini, fiati e sax tenore
  15. Tema B, violini e fiati
  16. Tema B, violini e fiati
  17. Tema A, archi e fiati
  18. Tema B, archi e fiati
 

martedì 11 dicembre 2012

ALBERO 2012

Con il preziosissimo aiuto di Aurora e Andrea...... anche l'albero è a posto................Buon Natale!!


 

lunedì 10 dicembre 2012

PRESEPE 2012

 
 
 
 
 
Anche quest'anno, con i miei bambini, abbiamo preparato il Presepe, e udite udite.....abbiamo aggiunto ben quattro pezzi, un ponte, la fontana con l'acqua vera, un pastorello e una casetta nuova, il risultato potete vederlo qui sotto. Naturalmente, essendo un presepe sardo abbondano le pecorelle, ma non mancano cervi, lupi, mucche, anatre, escono di scena elefanti e tigri, sono riuscito a convincere Aurora che non erano animali da Presepe!!! inoltre sono cresciute alcune piante di quercia, ghiande comprese, il coyote rimane ancora un'altro anno!!.....
Domani si farà l'albero in giardino....tempo permettendo!!!



sabato 8 dicembre 2012

venerdì 7 dicembre 2012

COSE DA SARDI -PARTE PRIMA-

 


LIQUORE DI MIRTO


 
 
Come prima cosa bisogna raccogliere le bacche
 
 


Lavarle bene
 
 
e metterle in infusione per quaranta giorni nell'alcool a 95°
 
 
e.....dopo quaranta giorni..................
 
 
 
io ho iniziato oggi, fra quaranta giorni ci sarà il seguito di "Cose da Sardi", dove verrà illustrata la seconda fase di lavorazione, ossia il processo finale che porterà alla produzione del liquore di Mirto sardo, infine, ci sarà la terza parte, cioè l'assaggio, per cui invito tutti gli interessati all'evvento ad organizzarsi per tempo, ci sono quaranta giorni, chi deve prenotare i voli lo faccia subito, chi si muove in auto può fare con calma, chi invece volesse gustare insieme a me il mirto dell'anno scorso........anche subito!!!

Aspetti storici 
Come per tutte le tradizioni popolari, le origini di questo prodotto sono antichissime. Il liquore ottenuto dalle sole bacche, o dalle bacche e le foglie, fa parte della tradizione popolare di Sardegna, in particolare la qualità rossa, ritenuta la più pregiata, mentre nella vicina Corsica il mirto, (detto murta in entrambe le isole), veniva usato solitamente come spezia per condire i prodotti di cacciagione. L'introduzione della preparazione del mirto in Corsica si ha ad opera dei banditi di Gallura, che cercando riparo nell'isola vicina, portarono con sé ed oltre mare il prezioso liquore, un tempo proibito da editti o pregoni. In tempi recenti e con il Decreto Legge n. 173 del 1998, articolo 8, comma 1, il mirto di Sardegna è stato inserito nell'elenco ufficiale dei Prodotti Tradizionali.
Diverse fonti fanno risalire le origini di questo liquore alla tradizione popolare dell'Ottocento. Nelle famiglie si produceva il vino di mirto dalla macerazione idroalcolica delle bacche mature. Per la macerazione si utilizzava una miscela di alcool e acqua o, più probabilmente, acquavite e acqua oppure lo stesso vino. Al termine del periodo di macerazione all'estratto si aggiungeva zucchero o miele per dolcificarlo. Il prodotto era destinato all'autoconsumo. Di questa semplice ricetta sono citate delle varianti.

 

SALLUDI E............ A SI BIRI!!!

mercoledì 5 dicembre 2012

IL MONDO E L'ARTE

Questo post è liberamente tratto da un'articolo messo su Facebook da Gabriella, una mia amica!!
 
 
 
 
 
Questo è impressionante. Vi prego di prendervi un momento per leggere:

Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonare il violino, era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro sull ' intento di andare a lavorare. Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso. Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare.
Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Chiaramente era in ritardo per il lavoro. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo invitava a sbrigarsi, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Infine la madre lo trascinò via ma il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po '. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Tirò su $ 32. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100. Questa è una storia vera. Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato? 
Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere:
Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo ?

Questo è impressionante. Vi prego di prendervi un momento per leggere:

Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonar
e il violino, era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro sull ' intento di andare a lavorare. Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso. Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare.
Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Chiaramente era in ritardo per il lavoro. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo invitava a sbrigarsi, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Infine la madre lo trascinò via ma il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po '. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Tirò su $ 32. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100. Questa è una storia vera. Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?
Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere:
Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo ?

lunedì 3 dicembre 2012

UMORISMO MUSICALE

Divertente scenetta di Christian Lindberg....ma sotto sotto trapela il genio di questo artista unico nel suo genere, riesce ad incantare il pubblico "colto"con il suo trombone e a divertire i profani con il suo umorismo musicale...buon ascolto!!
 
 

mercoledì 28 novembre 2012

RITMO NATURALE

 
 
Oggi è questo il suono che riempie lo spazio, la pioggia. Mi capita a volte di stare in silenzio ad ascoltare il ritmo prodotto dalle gocce che cadono, alcune sbattono in terra, altre su qualcos'altro, un barattolo, una busta di plastica o sulla tettoia, dando vita ad una sinfonia ritmica naturale che permette, liberando la fantasia, di costruire vere e proprie melodie, è facile, basta solo saper ascoltare.
Il tutto è reso ancora più interessante dalla tenue intensità della luce, dalla calma che la pioggia produce nella natura, gli uccelli si fermano, gli insetti non si vedono e ogni tanto qualche placida lumaca si avventura sul muro risvegliata da una doccia fresca. La natura ha bisogno della pioggia, l'uomo ha bisogno della pioggia, ma questi sono bisogni fisici, quello di cui parlo io è un'esigenza psicologica e musicale. L'anima si nutre anche di questi momenti di pace. Mi capita di vedere persone che davanti alla pioggia scappano per non bagnarsi, perchè? un pò d'acqua non ha mai ammazzato nessuno!! secondo me è solo perchè viviamo in un tempo fatto di stress e frenesia e non abbiamo il tempo di contemplare e apprezzare i doni di Dio, dovremmo provare a rilassarci e goderci la pioggia, bagnarci, stare con la faccia all'insù e sentire il ritmo naturale sbattere sul nostro viso! è un'emozione fantastica, rilassante e ti fa sentire vivo!!
 
A qualcuno apparirà come una cosa banale e priva di senso, per me non è così, trovo la pioggia veramente bella e interessante, un momento in cui pensare, rilassarsi, ascoltare, contemplare, pregare, vivere!!.....e credetemi sono cose che ormai la maggior parte di noi non fa più!!!

domenica 25 novembre 2012

UN GRANDE GIORNO

Oggi è un grande giorno, il nostro "bambino" Confermerà la sua Fede a Dio, siamo emozionati, viviamo queste ore di attesa con ansia e trepidazione. Ci rendiamo conto oggi che è cresciuto nello Spirito, sempre accanto a Gesù, accompagnato nella sua crescita da grandi uomini e grandi donne. Ha iniziato il suo cammino a partire dal Battesimo con don Antonio Usai e i padrini Casimiro e Rossella, ha frequentato l'asilo delle nostre suore con suor Giacinta, suor Marcelle, suor Alba e Madre Superiora Suor  Vittoria, ha ricevuto la prima Comunione guidato dalle parole sapienti di don Ennio Matta, e arriva alla Confermazione con don Nicola Ruggeri, ma è giunto a questo traguardo dopo un percorso che ha visto in prima linea le nostre suore, la Madre Superiora Suor Maria Grazia, suor Elisa, suor, Feanna e suor Marcelle che è andata via pochi mesi fa, e ultimo, ma non per importanza il grandissimo don Alberto Pistolesi che ha letteralmente trascinato e coinvolto centinaia di ragazzi nella nostra parrocchia e ha insegnato loro che la Fede in Gesù Cristo è gioia, divertimento, impegno, scherzi, risate, preghiera, meditazione, comunione, amicizia, crescita e tantissime altre cose belle della vita, anzi... è Vita!!.....
Da domani sarà don Nicola (uso le sue parole) che dovrà far si che i "famosi piccioni continuino a sporcare il piazzale della Chiesa"!!...e sarà anche il nostro caro Andrea che da Padrino dovrà metterci tutto l'impegno e le sue migliori qualità per dare l'esempio e aiutarci a guidare il nostro "bambino" nella via di Gesù Cristo!!...siamo sicuri che con l'aiuto di Dio, il nostro impegno quotidiano, la collaborazione di Andrea e Francesca e con la guida sapiente di don Nicola e delle nostre Suore  riusciremo a custodire e far crescere quel  meraviglioso miracolo del Signore che  per noi è nostro figlio!!  
 
La celebrazione sarà oggi nella Parrocchia di Santa Barbara a Senorbì alle ore 17,00 e la Confermazione sarà concessa da Gesù Cristo per mezzo di Monsignor Antioco Piseddu Vescovo, figlio di Senorbì.

venerdì 23 novembre 2012

QUALCOSA DI SCONVOLGENTE

 
Ho avuto modo di sentire dal vivo il suono di questo organo, credetemi è sconvolgente!!...la particolare acustica della Cattedrale di Notre Dame, l'atmosfera antica e solenne che si respira all'interno e questo suono immenso che riempie ogni spazio della chiesa e ti entra nell'anima, non ci sono veramente parole per descrivere queste sensazioni, bisogna sentirlo dal vivo!! anche un profano rimane col naso all'insù e non si muove sino a quando la musica non si ferma!! è stata veramente un'esperienza sconvolgente!!
 
 
 
 
 

 

giovedì 22 novembre 2012

MADRE MARGHERITA

 
La Serva di Dio
 
Madre Margherita Maria Guaini
 
 
Naque a Ceto (BS), in Val Camonica, il 21 novembre 1902 da Battista ed Elisabetta Filippini. Fu battezzata nello stesso giorno con il nome di Alice Antonia.
 
Fin dalla più tenera età dimostrò profonda inclinazione alla preghiera, devozione all' Eucarestia, amore ai poveri e ai sofferenti. Nel 1912 la sua famiglia si stabilì a Gozzolina, nel Comune di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Ricevette la Prima comunione e la Cresima il 21 giugno 1914 a Castiglione delle Stiviere, nella Parrocchia dei Santi Nazario e Celso. Passò la sua adolscenza alla scuola del sacrificio, della fede semplice e forte, della preghiera fiduciosa nella Provvidenza, aiutando la mamma nella cura ed educazione dei nove fratelli più piccoli, mentre il padre lavorava in campagna.
All'età di 20 anni, per la lunga malattia della mamma e la sua morte, Antonietta si trovò a farsi carico col papà di tutta la famiglia, e lavorò come infermiera a Castiglione e a Mantova.
 
Aperta alla voce dello Spirito, percorse nella fede il cammino faticoso della vita, che Dio le aveva tracciato e, attraverso la devozione alla Madonna, il servizio generoso ai malati e ai poveri, si apri lentamente all'azione della Grazia all'incontro con Cristo, e attratta profondamente dal Cuore di Gesù, dopo aver provveduto ad una decorosa sistemazione dei fratelli, si consegnò totalmente a Lui.
 
Il Signore la guidò per un cammino faticoso, attraverso l'esperienza della vita apostolica, nell'Istituto delle Ancelle della Carità di Brescia, poi la plasmò nel silenzio e spogliamento della Volontà, attraverso l'esperienza della vita contempativa nel Monastero della Visitazione.
 
Per lei era importante compiere la Volontà di dio, rispondere alla Voce Interiore del Signore che la spingeva oltre, verso un invisibile che doveva diventare realtà; come Abramo sentiva la Voce, ma il cammino da percorrere le era rivelato poco alla volta. Il signore la plasmò sull'obbedienza di Cristo Sacerdote e Vittima.
 
Nel maggio del 1947, fidando unicamente nella Volontà del signore, nella Provvidenza, nella materna protezione di Maria Mediatrice di ogni grazia, fondò l'Istituto delle Suopre Missionarie di Gesù Eterno sacerdote, stabilendone nel 1953 la Casa Madre in Varallo sesia (VC), accolta e sostenuta da Mons. Gilla Vincenzo Gremigni, Vescovo di Novara.
 
Madre Margherita M. Guaini, vera Serva di Dio, conquistata dall'Amore di Gesù, che si offrì per noi sulla Croce, ha fatto dell'Eucarestia il "Tutto" della sua giornata e della sua vita, come olocausto d'amore a Gesù, Agnello di Dio.
 
Consapevole che Dio l'aveva amata gratuitamente e che voleva essere amato da Lei, si è donata alla santissima trinità, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, unendosi all'oblazione di "preghiera" di Cristo, per il ministero del Papa e per la santificazione dei Sacerdoti.
 
Madre Margherita Maria Guaini ha vissuto con passione il Mistero della Redenzione; è stata una donna in costante contempazione del ministero del sacerdozio cattolico, quasi madre spirituale per ogni sacerdote, specialmente per i più bisognosi; donna impegnata a far riscoprire tutti i battezzati il loro sacerdozio battesimale per vivere la Messa in ogni istante della vita.
 
E' tornata alla Casa del Padre il 2 marzo 1994, in Varallo Sesia, dopo aver speso la sua vita per Dio  e per l'umanità, e con impegno di continuare dal Cielo ad essere "madre" dei Sacerdoti e dei sofferenti. Riposa nella Chiesa della Madfonna delle Grazie.
 
Oggi la sua famiglia religiosa è presente in Italia, America Latina, Filippine, India e la Madre, dal Cielo vede fiorire l'opera dei Missionari di Gesù Eterno Sacerdote, per cui ha tanto pregato e offerto.
 
 
"O Gesà Ostia, amore nostro,
Ti offriamo al divin Padre
Per mezzo di Maria, in tutte le Sante Messe"
 
 
 
Le Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote sono presenti a Senorbì, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore Spirituale e sociale, curano e assistono i nostri anziani e i nostri malati, collaborano con il parroco nell'organizzazione  quotidiana, sono fondamentali nell'educazione e nella crescita spirituale dei nostri giovani.
 
Grazie a Dio e grazie a Madre Margherita per tutto ciò che ha fatto e che continua a fare per noi dal Paradiso!!
 
Grazie alle nostre Suore per il lavoro quotidiano in mezzo a noi!! Suor Maria Grazia, Suor Elisa e Suor Feanna, vi vogliamo bene!!



venerdì 16 novembre 2012

LA QUINTA

Emozione allo stato puro, grandiosità, infinito, potenza, nostalgia, forza, leggerezza, genialità, e tanto altro nell'ascoltare questa musica fantastica.....





La quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven in Do minore op. 67, fu composta tra il 1807 e l'inizio del 1808 e fu eseguita il 22 dicembre 1808 a Vienna. I primi abbozzi risalgono in realtà al 1804. Si tratta, in effetti, del lavoro sinfonico di Beethoven che ebbe la gestazione più lunga e travagliata (si pensi che i primi abbozzi nascono quando l'autore stava ancora lavorando alla Sinfonia n. 3, mentre la conclusione del lavoro si intreccia con la composizione della Sinfonia n. 6). L'autografo si trova alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino
 
Movimenti 

Allegro con brio 

Il primo movimento ("Allegro con brio") è forse la pagina più celebre e drammatica scritta dall'autore: inizia con il famoso motivo di quattro note che, secondo le parole dello stesso Beethoven, rappresenta "il destino che bussa alla porta". Strutturalmente, si tratta di un movimento in forma-sonata, in cui il tema principale deriva integralmente da questo motivo iniziale di quattro note; lo stesso tema secondario, esposto, conformemente alle regole scolastiche, in Mi bemolle maggiore (che è per l'appunto la tonalità relativa maggiore di Do minore), appare contrappuntato dal motivo iniziale della sinfonia e rimane del tutto escluso dal successivo sviluppo, basato esclusivamente sul primo tema.

Andante con moto 

Il secondo movimento ("Andante con moto") è un andante in La bemolle maggiore, che introduce un clima di distensione, anche se non mancano le reminiscenze ritmiche del motivo iniziale della sinfonia. Le parti più attive di questo movimento sono esposte in Do maggiore; protagonisti sono gli ottoni. Interessante è la strutturazione delle esposizioni delle parti attive del movimento: nella prima esecuzione, violini e viole accompagnano suonando gli accordi di Do maggiore e Sol maggiore, in terzine, con una consequenziale sensazione di lentezza ma di marcia; la seconda esecuzione, sempre di violino e viola, prevede l'utilizzo di quartine al posto di terzine, dando maggiore movimento alla parte; la terza esecuzione, invece, prevede che i violini e le viole ridiventino coprotagonisti.

Allegro 

Per la prima volta nella storia della musica gli ultimi due movimenti della sinfonia sono uniti fra loro senza soluzione di continuità.
Il tema principale del terzo movimento (che Beethoven, a differenza del solito, non intitola Scherzo), di nuovo in Do minore, viene esposto in fortissimo e riprende, variandolo, il motivo iniziale del primo movimento. Nella sezione centrale, in tonalità maggiore, violoncelli e contrabbassi all'unisono si lanciano in spericolati passaggi virtuosistici. A questa sezione segue la ripresa, in cui il tema iniziale è esposto questa volta piano), che sfocia in un ponte modulante che conduce direttamente al Finale ("Allegro").

Allegro - Presto 

Il tema principale di quest'ultimo movimento, in Do maggiore, nuovamente esposto in fortissimo, è fortemente affermativo e rappresenta una vittoria dell'ottimismo e della certezza morale sul destino. Il discorso viene prima esposto in Sol (dopo la parte iniziale in Do) e, dopo aver ripreso il tema del terzo movimento in Do minore, viene riesposto in Do maggiore.

sabato 10 novembre 2012

OLIVE 2012

Quest'anno, visto la crisi, abbiamo deciso di farci l'olio da soli, con la gentilissima concessione a mezzadria di signora Luisa, abbiamo raccolto in cinque giorni quasi sette quintali di bellissime olive, le abbiamo portate al frantoio ed ecco come magia sgorgare il profumatissimo olio d'oliva che contribuirà a rendere saporiti i nostri piatti, a tenerci in buona salute e ultimo ma non per importanza ha fatto capire a qualche giovanotto di mia conoscenza quanto sia duro il lavoro in campagna e quanti sacrifici bisogna fare per guadagnare qualcosa.
Ringraziamo per tutto questo il Signore, signora Luisa e la buon'anima di signor Fausto per tanta gentilezza e generosità, la mia sposa per l'assistenza morale e materiale, la gioia dei nostri bimbi e....come si dice qui... Attrus'annus!!! 
 






 

martedì 6 novembre 2012

HOCKEY SU PRATO!!!



 
 




Dopo il calcio, il nuoto, il basket, siamo all'hockey su prato. Emiliano (nella foto) ha iniziato una nuova avventura, la sua squadra è l'Hockey Club Suelli, gioca il campionato under 14 e under 16, lui però ha solo dodici anni, il suo ruolo attuale è terzino destro, come al solito l'entusiasmo è alle stelle, va molto fiero della sua squadra perché il club vanta una squadra maschile in serie A1 e una squadra femminile di pari categoria. Suelli è un paesino di mille anime e l'associazione sportiva è veramente di grande livello, sportivo, organizzativo ma sopratutto umano. Ambiente sano, ragazzi preparati ed educati, tanta disciplina, ma la cosa veramente bella è che nonostante l'agonismo non si urla, non si riprendono i ragazzi in malo modo ma si cerca di stimolare gli atleti con una mentalità positiva e allegra. Complimenti dunque all'Hockey Club Suelli e un augurio a Emiliano per il nuovo sport che sia una scuola di sport, di divertimento, e di vita!!!

sabato 3 novembre 2012

CONTRO TUTTE LE GUERRE

 
 
 
 
 
  
 
 
 
Mosse dal denaro e dai poteri forti del mondo rappresentano il motivo per cui Maria Santissima, tutt'oggi piange, le madri piangono e tutto il mondo piange.
 
Ricordiamo sempre i militari e i civili che muoiono per l'egoismo umano, in ogni parte del mondo, e non solo dove c'è da depredare o da sfruttare, anche in quei posti mai nominati dalle televisioni o dai giornali.
 
Perdona o Signore la malvagità umana e abbi pietà di noi!!!


L'eterno riposo
dona loro o Signore
spenda a essi
la Luce Perpetua
riposino in pace
Amen
 

giovedì 1 novembre 2012

MALINCONIA

 
Domani è due novembre, i nostri cimiteri torneranno a splendere, spesso unico giorno dell'anno in cui questo succede. Molti di noi si ricordano solo in questi giorni di recitare una preghiera per i cari defunti, loro ci guardano, pregano per noi, ci proteggono, e noi, noi abbiamo sostituito la festa dei defunti con halloween....che tristezza!! Quante persone ci hanno preceduto, i nostri nonni, i nostri parenti, i nostri amici.....dire una preghiera al giorno per i nostri defunti è un dovere, insegnare questo ai nostri figli è un dovere!!........molte persone che ho conosciuto nella  mia vita e ora non ci sono più....mi mancano, mi consola il fatto che ora loro hanno raggiunto la vera felicità, in Cristo,  e un giorno ci rincontreremo!!!

L'eterno riposo
dona loro o Signore
splenda ad essi la Luce
perpetua riposino in Pace
Amen
 
 
 
 
Questa preghiera e questa musica sono dedicate a tutti i defunti del mondo!!!


martedì 30 ottobre 2012

DOLCI "DEI MORTI"

INGREDIENTI:
  • 2 kg. di farina
  • 500 g. di zucchero
  • 300 g. di strutto
  • 300 g. di mandorle
  • 200 g. di noci
  • 300 g. di uva passa
  • 50 g. di semi di anice
  • 40 g. di ammoniaca per dolci (da acquistare in farmacia)
  • Due limoni (la scorza grattugiata)
  • Due arance (la scorza grattugiata)
  • Per la glassa:
  • 400 g. di zucchero
  • Una chiara d'uovo
  • Per guarnire:
  • Granella di zucchero colorata q.b.

PABASSINAS


Versare in una terrina la farina, lo strutto ammorbidito a temperatura ambiente e mescolare, aggiungendo un po' di acqua fredda (tanta quanta ne serve per amalgamare bene tutti gli ingredienti); unire quindi l'uvetta (precedentemente ammollata 20 minuti in acqua tiepida e poi strizzata ed asciugata con della carta assorbente da cucina), la scorza dei limoni e delle arance grattugiata, i semi di anice, lo zucchero, le mandorle e le noci precedentemente tritate e, per ultimo, l'ammoniaca.

Dopo aver infarinato leggermente il piano di lavoro, tirare una sfoglia alta poco meno di un centimetro e, con una formina, tagliare i biscotti a forma di rombo; disporli sulla piastra del forno precedentemente rivestita con della carta da forno e fare cuocere a 180-200° fino a quando non assumono sulla superficie un leggero colore dorato.

Una volta raffreddati, debbono essere guarniti con una glassa bianca che si ottiene procedendo nel seguente modo: mettere in un tegame lo zucchero con un po' d'acqua fredda (il tanto da inumidirlo e renderlo come una pasta colante) e farlo cuocere a fuoco basso sino a quando comincia a filare e la goccia rimane ferma nel cucchiaio; a questo punto, unire la chiara d'uovo precedentemente montata a neve ferma.

Con la glassa cosi' ottenuta, rivestire quindi la superficie dei biscotti e guarnire distribuendovi sopra qualche granellino di zucchero colorato.








I Pabassinas sono un tipico dolce sardo, il cui nome deriva da "pabassa", l'uvetta o uva passa che rappresenta uno dei suoi ingredienti principali. In verita' ne esistono due versioni: i "Pabassinas" della zona di Cagliari e i "Papassinus" della provincia di Nuoro; i primi hanno una forma conica e sono guarniti a fine cottura con confettini colorati; i secondi sono a forma di rombo, ricoperti di glassa e decorati con la "traggera", le classiche palline colorate di granella di zucchero.

Si preparano per le festivita' dell'autunno e dell'inverno, in particolare per la festivita' dei Defunti e per quella di S. Antonio del 17 gennaio.
Pabassinas
 
 
 
 
PAN’E SABA
pae e saba versione con sole mandorle sul dorso
E’ un dolce tradizionale della festa di ognissanti, il periodo della vendemmia e della produzione del mosto che, bollito, dava vita alla sapa: un liquore molto denso e scuro, dal sapore dolcissimo, che nel Campidano e nel Nuorese è ingrediente fondamentale anche per altri dolci come is papassinas o su pistiddu.
Ingredienti:
  • 500 grammi di farina
  • 1 bicchiere di sapa
  • 200 grammi di uva passa
  • 200 grammi di noci
  • 50 grammi di pinoli
  • 50 grammi di mandorle spellate
  • 25 grammi di lievito di birra
  • 10 grammi di cannella
  • sale quanto basta
Come procediamo:
Sciogliamo in acqua tiepida il lievito di birra, e uniamolo in una terrina alla farina ed alla sapa, questa versata a pioggia ed amalgamata a mano.
A parte, sminuzziamo la frutta secca e lasciamo ammorbidire l’uva passa per qualche minuto in acqua fresca.
Scolata l’uvetta, uniamola assieme alla frutta secca all’impasto, aggiungendo il sale e la cannella, ed impastiamo ancora fino ad ottenere un composto morbido e uniforme. A questo punto lasciamo riposare l’impasto per due ore circa, coprendolo con una coperta di lana.
Dopo la lievitazione, dividiamo l’impasto in panetti più piccoli e inforniamoli; l’ideale sarebbe avere a disposizione un forno da pane, ma per la versione “casalinga” è sufficiente una teglia o degli stampi imburrati con forno caldo (200°) e cottura di un’ora circa.
Quando è ancora tiepido, spennelliamo i pani con altra sapa e, a piacere, guarniamo il panetto con palline o treccine di zucchero e mandorle in superficie.
E bona appetittu!!!!!!!!!

Un Moscato potrebbe ebbe essere il giusto compagno per questo ottimo dolce.
 

lunedì 29 ottobre 2012

HALLOWEEN "SARDO"


Is Animeddas e Su Mortu Mortu. Halloween in sardo.
La Sardegna ha conservato una festa che per tanti versi ricorda quella americana. E' la festa de Is Animeddas o de Su Mortu Mortu.

halloween in sardu Halloween è certamente la festa dei morti più famosa al mondo che ha conquistato milioni di persone in tutto il mondo.

Si tratta di una ricorrenza tipica della cultura dei popoli del Nord Europa che ha prima invaso l’America Settentrionale per diffondersi di nuovo in Europa e negli altri continenti, assumendo spesso il carattere di un “carnevale” notturno slegato completamente dai riti religiosi.

Ma Halloween non è certamente l’unica manifestazione dell’antico culto delle anime dei morti. In Sardegna infatti esiste e si è conservata una tradizione che ha molti aspetti in comune con quella americana e anglossassone.

Si tratta della ricorrenza che in Lingua Sarda viene indicata con diversi nomi: is Animeddas e is Panixeddas nel sud dell’isola, Su ‘ene ‘e sas ànimas o su Mortu Mortu nel nuorese, su Prugadòriu in Ogliastra, etc…

Il nome cambia a seconda della zona ma la sostanza, pur mutando in alcuni particolari, rimane la stessa. Abbiamo a che fare infatti con un evento che viene festeggiato tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre.

Proprio come accade nella più famosa ricorrenza americana, anche nei villaggi della Sardegna sono i bambini che vestiti da fantasmi vanno a chiedere, di porta in porta, qualche dono per le “piccole anime”.

Le formule utilizzate in Lingua Sarda per chiedere e dire “dolcetto o scherzetto?” sono: seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas, seu su mortu mortu, carki cosa po sas ànimas, peti cocone, e altre ancora a seconda del paese e della variante linguistica utilizzata.

Mentre oggi i fantasmi e le piccole anime ritornano a casa con cioccolatini, lecca-lecca e merendine, una volta era più comune che alle richieste dei piccoli gli adulti preparassero e regalassero i dolci tipici del periodo: pabassinas, ossus de mortu, pani de sapa, etc… A questi venivano aggiunti poi altri doni come le melagrane, le castagne e la frutta secca.

Un altro elemento simile tra la festa sarda e quella anglossassone era, soprattutto nel passato, il lavoro certosino sulle zucche che venivano trasformate in facce spiritate ed utilizzate per fare scherzi e far spaventare i più piccoli.

E' uno dei tanti collegamenti tra Sardegna e mondo celtico......abbastanza strano per essere un caso!!


sabato 27 ottobre 2012

UN'INVITO PER TE

Ciao caro amico che vieni a visitare il mio modestissimo blog, mi fa molto piacere che leggi le mie umili righe, che ascolti la musica che propongo, che dedichi un po del tuo tempo per me, grazie di cuore, ma ti chiedo, perchè non lasci un commento, una critica, non scrivi quello che pensi, mi farebbe ancora più piacere e renderebbe la mia vita ancora più bella!!......il blog in pochi mesi ha più di 3500 visite, ma pochissimi commenti, praticamente solo la mia cara amica Martina, che ringrazio e saluto,  scrive qualcosa!!.....dai coraggio....
 
 

venerdì 26 ottobre 2012

LA MONETA SARDA



Il resto del mondo passa da una moneta all'altra, in Italia si è passati recentemente dalla Lira all'Euro. La Sardegna  è passata negli ultimi due-trecento anni da vari regni e di conseguenza si è cambiato anche moneta più volte, ma se vi capita di parlare di soldi nella mia isola nell'ottanta per cento dei casi si parlerà di Franchi, si proprio Franchi, infatti in sardo per contare i soldi si usa dire "unu francu, dexi francus, deximilla francus" (una lira, dieci lire, diecimila lire)  in questo caso ci si riferisce alla lira e vi spiego il perchè, se si parlasse di euro infatti si direbbe: " dexi francus nous, cincu francus nous ecc..( dieci euro (dieci franchi nuovi)....è strano vero??

Tutto questo naturalmente succede tra la gente comune, quando invece si parla di innovazione e di genio, oggi, in Sardegna, ma in molte parti del mondo si parla di Sardex, la nuova moneta virtuale che pare stia spopolando.

Questo è quanto riportato nel sito del quotidiano L'Unione Sarda di oggi:

Cinque soci, 15 dipendenti, 800 imprese catturate dall'idea innovativa e un'attività che cresce del 300%. E' il miracolo compiuto dalla moneta virtuale Sardex coniata dall'omonima impresa di Serramanna.
Da Serramanna alla conquista d'Europa Il miracolo della moneta virtuale SardexNella terra che sembra partorire solo fallimenti e disoccupazione, Sardex appare come un miraggio. I numeri danno invece concretezza a un'idea che - fiorita nella mente di 4 giovani laureati sardi e poi condivisa da un quinto - è diventata una realtà capace di affascinare l'Europa. Nell'azienda insediata a Serramanna si è messo a punto un modello economico che, pensato per sopperire alla crisi di liquidità delle imprese, è destinato a essere esportato. La società intanto cresce anche dal punto di vista logistico. Dalla casa della nonna di uno dei fondatori trasloca in una sede nuova. Storia, interviste e prospettive sull'Unione Sarda in edicola.

Che dire........ dai Francus ai Sardex un salto niente male.....ma non ditelo ai nostri anziani perchè vi risponderebbero così: Liras, Euros, Sardex, du sus poisi zerriai cummenti ohis sempri francus funti.....(Lire, Euro, Sardex, li puoi chiamare come vuoi sempre franchi sono....)


Per saperne di più collegatevi qui: www.sardex.net