lunedì 19 marzo 2012

UN MARTIRE DEI GIORNI NOSTRI

Figlio di missionari cristiani provenienti da Khushpur, Bhatti nacque a Lahore nel 1968.
Nel 1985 fondò il movimento All Pakistan Minorities Alliance (Apma) di cui divenne presidente. Fu anche capo del Christian Liberation Front, costituito nel 1998. Laureato in legge, dal 2002 faceva parte del Pakistan People's Party (Partito Popolare Pakistano) e ottenne un posto nel governo pakistano uscito vincitore dalle elezioni del 2003, ma fu rimosso dall'incarico nel novembre dello stesso anno. Nel 2008 sotto il presidente Asif Ali Zardari, fu nominato ministro per le minoranze; era l'unico cattolico presente nel governo. All'epoca disse che accettava l'incarico per il bene degli emarginati del Pakistan e che aveva dedicato la propria vita alla lotta per l'uguaglianza umana, della giustizia sociale, libertà religiosa, e per elevare e dare potere alle comunità delle minoranze religiose. Aggiunse che avrebbe voluto inviare un messaggio di speranza alle persone che vivono una vita di illusione e disperazione, e dichiarò anche il suo impegno a riformare la legge sulla blasfemia. Nei mesi passati come ministro, prese misure a sostegno delle minoranze religiose, tra cui una campagna per promuovere il dialogo interreligioso, la proposta di una legislazione per vietare discorsi di incitamento all'odio e proponendo di assegnare seggi in parlamento per le minoranze religiose
Nel 2009, iniziarono a giungergli minacce di morte, dopo la sua difesa dei cristiani pachistani, che avevano subito attacchi e violenze in diverse regioni del Paese. Le minacce di morte aumentarono in seguito alla sua difesa della cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia.
La mattina del 2 marzo 2011, lasciata la casa della madre per recarsi al lavoro, il veicolo su cui viaggiava (privo di scorta) fu attaccato da un gruppo di uomini armati, che aprì il fuoco sul ministro, ferendolo gravemente. L'autista riuscì a salvarsi, mentre Bhatti morì nel trasferimento in ospedale. Secondo alcune fonti, Bhatti, consapevole dei rischi che correva, aveva chiesto al governo una scorta, che non gli era mai stata data. L'omicidio fu rivendicato dal gruppo "Tehrik-i-Taliban- Punjab".
Meno di due mesi prima (il 4 gennaio), anche il governatore del Punjab, Salmaan Taseer, era stato ucciso per la sua presa di posizione contro la legge sulla blasfemi.
In seguito all'omicidio, il fratello di Shahbaz, Paul Bhatti, fu nominato “consigliere speciale” del Primo ministro del Pakistan per le minoranze religiose.

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