martedì 30 ottobre 2012

DOLCI "DEI MORTI"

INGREDIENTI:
  • 2 kg. di farina
  • 500 g. di zucchero
  • 300 g. di strutto
  • 300 g. di mandorle
  • 200 g. di noci
  • 300 g. di uva passa
  • 50 g. di semi di anice
  • 40 g. di ammoniaca per dolci (da acquistare in farmacia)
  • Due limoni (la scorza grattugiata)
  • Due arance (la scorza grattugiata)
  • Per la glassa:
  • 400 g. di zucchero
  • Una chiara d'uovo
  • Per guarnire:
  • Granella di zucchero colorata q.b.

PABASSINAS


Versare in una terrina la farina, lo strutto ammorbidito a temperatura ambiente e mescolare, aggiungendo un po' di acqua fredda (tanta quanta ne serve per amalgamare bene tutti gli ingredienti); unire quindi l'uvetta (precedentemente ammollata 20 minuti in acqua tiepida e poi strizzata ed asciugata con della carta assorbente da cucina), la scorza dei limoni e delle arance grattugiata, i semi di anice, lo zucchero, le mandorle e le noci precedentemente tritate e, per ultimo, l'ammoniaca.

Dopo aver infarinato leggermente il piano di lavoro, tirare una sfoglia alta poco meno di un centimetro e, con una formina, tagliare i biscotti a forma di rombo; disporli sulla piastra del forno precedentemente rivestita con della carta da forno e fare cuocere a 180-200° fino a quando non assumono sulla superficie un leggero colore dorato.

Una volta raffreddati, debbono essere guarniti con una glassa bianca che si ottiene procedendo nel seguente modo: mettere in un tegame lo zucchero con un po' d'acqua fredda (il tanto da inumidirlo e renderlo come una pasta colante) e farlo cuocere a fuoco basso sino a quando comincia a filare e la goccia rimane ferma nel cucchiaio; a questo punto, unire la chiara d'uovo precedentemente montata a neve ferma.

Con la glassa cosi' ottenuta, rivestire quindi la superficie dei biscotti e guarnire distribuendovi sopra qualche granellino di zucchero colorato.








I Pabassinas sono un tipico dolce sardo, il cui nome deriva da "pabassa", l'uvetta o uva passa che rappresenta uno dei suoi ingredienti principali. In verita' ne esistono due versioni: i "Pabassinas" della zona di Cagliari e i "Papassinus" della provincia di Nuoro; i primi hanno una forma conica e sono guarniti a fine cottura con confettini colorati; i secondi sono a forma di rombo, ricoperti di glassa e decorati con la "traggera", le classiche palline colorate di granella di zucchero.

Si preparano per le festivita' dell'autunno e dell'inverno, in particolare per la festivita' dei Defunti e per quella di S. Antonio del 17 gennaio.
Pabassinas
 
 
 
 
PAN’E SABA
pae e saba versione con sole mandorle sul dorso
E’ un dolce tradizionale della festa di ognissanti, il periodo della vendemmia e della produzione del mosto che, bollito, dava vita alla sapa: un liquore molto denso e scuro, dal sapore dolcissimo, che nel Campidano e nel Nuorese è ingrediente fondamentale anche per altri dolci come is papassinas o su pistiddu.
Ingredienti:
  • 500 grammi di farina
  • 1 bicchiere di sapa
  • 200 grammi di uva passa
  • 200 grammi di noci
  • 50 grammi di pinoli
  • 50 grammi di mandorle spellate
  • 25 grammi di lievito di birra
  • 10 grammi di cannella
  • sale quanto basta
Come procediamo:
Sciogliamo in acqua tiepida il lievito di birra, e uniamolo in una terrina alla farina ed alla sapa, questa versata a pioggia ed amalgamata a mano.
A parte, sminuzziamo la frutta secca e lasciamo ammorbidire l’uva passa per qualche minuto in acqua fresca.
Scolata l’uvetta, uniamola assieme alla frutta secca all’impasto, aggiungendo il sale e la cannella, ed impastiamo ancora fino ad ottenere un composto morbido e uniforme. A questo punto lasciamo riposare l’impasto per due ore circa, coprendolo con una coperta di lana.
Dopo la lievitazione, dividiamo l’impasto in panetti più piccoli e inforniamoli; l’ideale sarebbe avere a disposizione un forno da pane, ma per la versione “casalinga” è sufficiente una teglia o degli stampi imburrati con forno caldo (200°) e cottura di un’ora circa.
Quando è ancora tiepido, spennelliamo i pani con altra sapa e, a piacere, guarniamo il panetto con palline o treccine di zucchero e mandorle in superficie.
E bona appetittu!!!!!!!!!

Un Moscato potrebbe ebbe essere il giusto compagno per questo ottimo dolce.
 

lunedì 29 ottobre 2012

HALLOWEEN "SARDO"


Is Animeddas e Su Mortu Mortu. Halloween in sardo.
La Sardegna ha conservato una festa che per tanti versi ricorda quella americana. E' la festa de Is Animeddas o de Su Mortu Mortu.

halloween in sardu Halloween è certamente la festa dei morti più famosa al mondo che ha conquistato milioni di persone in tutto il mondo.

Si tratta di una ricorrenza tipica della cultura dei popoli del Nord Europa che ha prima invaso l’America Settentrionale per diffondersi di nuovo in Europa e negli altri continenti, assumendo spesso il carattere di un “carnevale” notturno slegato completamente dai riti religiosi.

Ma Halloween non è certamente l’unica manifestazione dell’antico culto delle anime dei morti. In Sardegna infatti esiste e si è conservata una tradizione che ha molti aspetti in comune con quella americana e anglossassone.

Si tratta della ricorrenza che in Lingua Sarda viene indicata con diversi nomi: is Animeddas e is Panixeddas nel sud dell’isola, Su ‘ene ‘e sas ànimas o su Mortu Mortu nel nuorese, su Prugadòriu in Ogliastra, etc…

Il nome cambia a seconda della zona ma la sostanza, pur mutando in alcuni particolari, rimane la stessa. Abbiamo a che fare infatti con un evento che viene festeggiato tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre.

Proprio come accade nella più famosa ricorrenza americana, anche nei villaggi della Sardegna sono i bambini che vestiti da fantasmi vanno a chiedere, di porta in porta, qualche dono per le “piccole anime”.

Le formule utilizzate in Lingua Sarda per chiedere e dire “dolcetto o scherzetto?” sono: seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas, seu su mortu mortu, carki cosa po sas ànimas, peti cocone, e altre ancora a seconda del paese e della variante linguistica utilizzata.

Mentre oggi i fantasmi e le piccole anime ritornano a casa con cioccolatini, lecca-lecca e merendine, una volta era più comune che alle richieste dei piccoli gli adulti preparassero e regalassero i dolci tipici del periodo: pabassinas, ossus de mortu, pani de sapa, etc… A questi venivano aggiunti poi altri doni come le melagrane, le castagne e la frutta secca.

Un altro elemento simile tra la festa sarda e quella anglossassone era, soprattutto nel passato, il lavoro certosino sulle zucche che venivano trasformate in facce spiritate ed utilizzate per fare scherzi e far spaventare i più piccoli.

E' uno dei tanti collegamenti tra Sardegna e mondo celtico......abbastanza strano per essere un caso!!


sabato 27 ottobre 2012

UN'INVITO PER TE

Ciao caro amico che vieni a visitare il mio modestissimo blog, mi fa molto piacere che leggi le mie umili righe, che ascolti la musica che propongo, che dedichi un po del tuo tempo per me, grazie di cuore, ma ti chiedo, perchè non lasci un commento, una critica, non scrivi quello che pensi, mi farebbe ancora più piacere e renderebbe la mia vita ancora più bella!!......il blog in pochi mesi ha più di 3500 visite, ma pochissimi commenti, praticamente solo la mia cara amica Martina, che ringrazio e saluto,  scrive qualcosa!!.....dai coraggio....
 
 

venerdì 26 ottobre 2012

LA MONETA SARDA



Il resto del mondo passa da una moneta all'altra, in Italia si è passati recentemente dalla Lira all'Euro. La Sardegna  è passata negli ultimi due-trecento anni da vari regni e di conseguenza si è cambiato anche moneta più volte, ma se vi capita di parlare di soldi nella mia isola nell'ottanta per cento dei casi si parlerà di Franchi, si proprio Franchi, infatti in sardo per contare i soldi si usa dire "unu francu, dexi francus, deximilla francus" (una lira, dieci lire, diecimila lire)  in questo caso ci si riferisce alla lira e vi spiego il perchè, se si parlasse di euro infatti si direbbe: " dexi francus nous, cincu francus nous ecc..( dieci euro (dieci franchi nuovi)....è strano vero??

Tutto questo naturalmente succede tra la gente comune, quando invece si parla di innovazione e di genio, oggi, in Sardegna, ma in molte parti del mondo si parla di Sardex, la nuova moneta virtuale che pare stia spopolando.

Questo è quanto riportato nel sito del quotidiano L'Unione Sarda di oggi:

Cinque soci, 15 dipendenti, 800 imprese catturate dall'idea innovativa e un'attività che cresce del 300%. E' il miracolo compiuto dalla moneta virtuale Sardex coniata dall'omonima impresa di Serramanna.
Da Serramanna alla conquista d'Europa Il miracolo della moneta virtuale SardexNella terra che sembra partorire solo fallimenti e disoccupazione, Sardex appare come un miraggio. I numeri danno invece concretezza a un'idea che - fiorita nella mente di 4 giovani laureati sardi e poi condivisa da un quinto - è diventata una realtà capace di affascinare l'Europa. Nell'azienda insediata a Serramanna si è messo a punto un modello economico che, pensato per sopperire alla crisi di liquidità delle imprese, è destinato a essere esportato. La società intanto cresce anche dal punto di vista logistico. Dalla casa della nonna di uno dei fondatori trasloca in una sede nuova. Storia, interviste e prospettive sull'Unione Sarda in edicola.

Che dire........ dai Francus ai Sardex un salto niente male.....ma non ditelo ai nostri anziani perchè vi risponderebbero così: Liras, Euros, Sardex, du sus poisi zerriai cummenti ohis sempri francus funti.....(Lire, Euro, Sardex, li puoi chiamare come vuoi sempre franchi sono....)


Per saperne di più collegatevi qui: www.sardex.net

lunedì 22 ottobre 2012

GENIO ITALIANO

 

 
 
Bisogna ammettere che il mondo non sarebbe lo stesso senza il Genio Italiano, sin dai tempi antichissimi gli italiani si sono distinti nel mondo per creatività, cultura, fantasia, genio, buon gusto, arte culinaria, sport, ricerca, ecc..
Non dobbiamo permettere al marcio che è dentro la nostra società, specie in questi ultimi tempi, di emergere rispetto alle tantissime cose buone che vengono fuori dall'Italia e dagli italiani.
Il contributo che l'Italia ha dato e da al mondo intero è innegabile, bisogna riconoscere i meriti degli italiani sotto tutti i profili della vita umana, nessuno escluso.
Potrei iniziare un lunghissimo elenco di personaggi italiani che hanno reso il mondo più bello, la vita più semplice, ma lascio ad ognuno un minuto, con il sottofondo musicale di un grande musicista contemporaneo, per pensare a tutto il genio passato e presente nato da uno stivale spesso maltrattato e criticato ma che tanto ha fatto per il mondo intero.
 
 
 

venerdì 19 ottobre 2012

GESU' PENSACI TU

Atto di abbandono

(contro le ansie e le afflizioni)


Don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità, ha scritto questo insegnamento sull’abbandono in Dio ispiratogli da Gesù stesso.


SferaB.jpg



Perché vi confondete agitandovi?
Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà.
Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi e cambiare così l’agitazione in preghiera.

Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all’altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.

Quante cose io opero quando l’anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali, si volge a me, mi guarda e, dicendomi PENSACI TU, chiude gli occhi e riposa!
Avete poche grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a me.

Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete…
Vi rivolgete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.

Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater:
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME, cioè sii glorificato in questa mia necessità;VENGA IL TUO REGNO, cioè tutto concorra al Tuo regno in noi e nel mondo;SIA FATTA LA TUA VOLONTA’, ossia pensaci Tu.


Io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse.

Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere?
Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: ‘sia fatta la Tua volontà, pensaci Tu’.
Ti dico che io ci penso, che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre.
Tu vedi che l’inferno peggiora?
Non ti sconvolgere ma chiudi gli occhi e di’: PENSACI TU.
Ti dico che io ci penso.


E’ contro l’abbandono la preoccupazione, l’agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto.
E’ come la confusione dei fanciulli quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro.


Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia, chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare, chiudete gli occhi e non pensate al momento presente, stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione.

Riposate in me credendo alla mia bontà e vi giuro per il mio amore che, dicendomi con queste disposizioni PENSACI TU, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.
E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c’è medicina più potente di un mio intervento di amore.

Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E’ questo che intralcia le mie parole e le mie vedute.


Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficiarvi e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane.


Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto.

Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me e del nessun affidamento in voi: io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà!


Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da satana.
Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.


Opera divinamente chi si abbandona a Dio. Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell’anima chiusi GESU’ PENSACI TU. E distraiti, perché la tua mente è acuta… per te è difficile vedere il male.


Confidare in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa così per tutte le tue necessità.

Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli.
Ve lo giuro per il mio Amore. Io ci penserò, ve lo assicuro.


Pregate sempre con questa disposizione di abbandono e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile?

Chiudi gli occhi e dì con tutta l’anima GESU’ PENSACI TU. Non temere ci penso io. E tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso.

Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordatelo bene.

Non c’è novena più efficace di questa: O GESU’, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU - ABBANDONATI AL MIO CUORE… E VEDRAI
.


Voglio che tu creda nella mia onnipotenza e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri.
Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio.

Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia onnipotenza.

Se tu rimarrai vicino a me e non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di aver fatto, mi dimostrerai che credi nella mia onnipotenza e io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, lavorerai, starai in preghiera o dormirai
perché ‘ai miei diletti do’ il necessario anche nel sonno’ (Salmo 126).


Se starai con Me senza voler correre, né preoccuparti di cosa alcuna per te, ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita, secondo il mio disegno eterno.
Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò.


Allora la tua azione verrà dal mio Amore.

Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me.
Io ne farò tanti di più quanto tu vorrai essere un vero figlio quanto il mio Unigenito, perché lo sai che se farai la Mia Volontà mi sarai fratello, sorella e madre per generarmi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli.

Quello che tu farai per riuscire è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano.

Rimanete nel Mio Amore… se rimarrete in Me e rimangono in voi le mie parole, chiedete quello che volete e vi sarà dato (Gv 15).


 




Da: ‘Fui chiamato Dolindo, che significa dolore’.

Autobiografia del sac. Dolindo Ruotolo (1882-1970) terziario francescano traslato e sepolto nella parrocchia dell’Immacolata di Lourdes e S. Giuseppe dei Vecchi in Napoli.

sabato 13 ottobre 2012

NONNO ANTONINO

Oggi mi è stato fatto un regalo bellissimo, la mia amica Rita Tronci ha pubblicato questo video su Facebook, lo ripropongo qui, il mio grande Nonno che racconta la sua guerra, la sua storia, l'audio è un po basso ma il video è veramente bellissimo. Mio nonno se Dio vorrà, il 27 febbraio prossimo compirà 93 anni, il video è recentissimo, e lui è veramente un grande, lucido e acuto.....come sempre!
 
Vi presento Nonno Antonino!!!
 
 
 
 

mercoledì 10 ottobre 2012

LAO SILESU - UN GRANDE SARDO -


 
 
Stanislao Silesu (noto anche come Lao Silesu o Leo Silesu; Samassi, 5 luglio 1883Parigi, 9 agosto 1953) è stato un compositore italiano (precisamente sardo) di musica leggera, da camera e sinfonica..
A 10 anni Silesu eseguì il suo primo concerto, a 13 cominciò a comporre serenate e canzoni, a 15 compose una commedia musicale. Si trasferì in seguito dalla Sardegna a Milano dove frequentò il conservatorio.
Dopo il diploma si recò a Londra e poi a Parigi, dove come Lao Silésu ebbe successo con le sue allegre canzoni da Café-chantant. Si fece presto conoscere in tutta Europa, e le sue romanze furono interpretate da Enrico Caruso che le fece conoscere in tutto il mondo.
Una delle sue canzoni di maggior successo fu A Little Love, A Little Kiss, composta originariamente con un testo francese di A. Nilson Fysher e intitolata Un peu d'amour. Nel 1912 la casa editrice londinese Chappel & Co., Ltd. ne pubblicò la versione inglese con parole di Adrian Ross. A Little Love, A Little Kiss continuò ad essere riproposta nel tempo da vari interpreti: tra gli altri, fu registrata nel 1927 dal jazzista Eddie Lang, e cantata da Jeanette MacDonald nel film Catene del passato del 1941.
Altre sue canzoni compaiono nella colonna sonora dei film L'aquila grigia (1930), Una ragazza allarmante (1937) e Fiamme a San Francisco (1945).
Il sovrano inglese Edoardo VIII lo definì "il re della melodia".
 
Biografia
 
Nella prima metà del secolo scorso il nome di Stanislao Silesu era conosciuto sicuramente in tutti gli ambienti culturali di Parigi, Londra e in molte altre capitali europee. Artisti e intellettuali del periodo apprezzarono le sue composizioni e tanta gente comune si appassionò alla sua musica pur senza conoscerne l'autore.
Silesu nacque a Samassi il 5 luglio del 1883 dai genitori Anna Lai e Luigi. Dopo un anno e mezzo dalla sua nascita la famiglia si trasferì ad Iglesias, dove il padre fu chiamato per ricoprire l'incarico di organista della cattedrale. Luigi Silesu fu infatti un bravo pianista, organista e compositore e si occupò della formazione musicale del piccolo Stanislao creando forse l'unico enfant prodige sardo, tant'è vero che il bambino iniziò ad esibirsi in esecuzioni al pianoforte all'età di 10 anni riscuotendo un notevole successo.
Sempre sotto la guida del padre e di Luigi Allione (direttore della banda civica di Iglesias) iniziò a comporre Valzer, mazurche, polche e altre opere giovanili tutte dedicate alle persone a lui più care. Quando il padre si rese conto che il grande talento del figlio non avrebbe potuto svilupparsi in una Sardegna che poteva offrire ben poco come studi musicali, decise di mandare Stanislao a Milano. Qui frequentò il conservatorio Giuseppe Verdi e prese lezioni private di composizione dal Maestro Carlo Gatti.
Durante questo periodo scrisse la romanza Rosa gentile per voce e pianoforte e vari brani per pianoforte solo. A Milano conobbe la cantante sarda Carmen de Villa, che diventò la sua compagna di vita. Nel 1907 lasciò Milano e si trasferì a Parigi, che era in quel periodo il centro culturale europeo dove si riunivano tutti gli artisti e gl'intellettuali dell'epoca.
L'incontro con questo ambiente fu importantissimo per la maturazione artistica di Silesu; egli studiò, infatti, alla Schola Cantorum con Vincent d'Indy e frequentò i più grandi musicisti e compositori dell'epoca, da Ravel a De Falla a Puccini.
Nel 1903 Stanislao Silesu componeva il suo primo melodramma, Amsicora, in tre atti, su libretto di Sestilio Magnanelli. La sua seconda opera, sempre su libretto di Magnanelli, fu Astore, in un unico atto, tratto da una novella di Grazia Deledda. Al 1923 risale il melodramma Le lys dans la vallée, in quattro atti, tratta dall'omonimo romanzo di Honoré de Balzac. L'ultima sua opera s'intitola Gil Blas, rimasta incompiuta per la morte dell'autore.

lunedì 8 ottobre 2012

I RAGAZZI DEL 1940


Guardando questa fotografia penso all'enorme sacrificio che i nostri nonni hanno dovuto sopportare, quanta paura, quanta sofferenza fisica e morale, rinunce, nostalgia. Erano nel fiore della loro giovinezza, un'età in cui dovevano solo divertirsi, innamorarsi, costruirsi un futuro, invece.... erano al fronte a difendere dei confini che sono stati cancellati in un giorno. 
 
 
 

venerdì 5 ottobre 2012

QUINDICI ANNI



Sembra ieri, uscivamo dalla chiesa parrocchiale di Santa Barbara di Senorbì, era una bellissima giornata, un sole splendente, sembrava di essere in piena estate, tanti amici e parenti ad accoglierci, riso e grano a chili, un'emozione immensa, il nodo annidato in fondo alla mia gola pian piano si era sciolto, adesso mi godo il momento e tra me pensavo "mia moglie, mia moglie, mia moglie", non mi sembrava vero. Guardavo la mia bellissima sposa cercando i suoi occhi e ci vedevo dentro tanta felicità, e anche un po di paura, infondo eravamo poco più che bambini, io venticinque e lei ventiquattro anni, completamente incoscienti. Quel giorno abbiamo affidato le nostre vite unite al cuore Immacolato di Maria, lei ci ha sempre protetti, sempre illuminato nelle decisioni, ci ha benedetto, ci ha tenuto uniti nei momenti difficili, ha reso la nostra vita matrimoniale semplice, speciale. Son passati quindici anni, sono passati come fosse un giorno, tante avventure, due splendidi figli, tanti viaggi e tanti progetti realizzati. Il Signore ci ha tenuto in salute e sopratutto ci ha tenuto accanto a se, tutto il resto è stato chiaramente semplice.
Per questi quindici anni ringrazio infinitamente il Signore di avermi messo accanto la mia sposa, Rossana, un'angelo, una brava moglie, una brava mamma, un'ottima cuoca, uno stimato professionista nel suo lavoro, ha un cuore grande e ai suoi pazienti regala oltre che sollievo fisico anche sollievo morale, sempre pronta a mettere da parte i suoi problemi per ascoltare gli altri, per regalare un sorriso a chi soffre, per dire una parola di conforto a chi oltre ad essere malato è solo. Dunque grazie Rossana, grazie per il tuo amore, per la tua fedeltà, per la tua pazienza, per la tua fede, per il tuo coraggio, per la tua caparbietà, per i tuoi sani principi, per il tuo essere giovane ma allo stesso tempo una sposa d'altri tempi. Mi piace quando mi dicono che sei una brava fisioterapista, mi piace che fai i ravioli in casa, che per ogni cosa chiedi consiglio a Dio, che prepari le marmellate, che ogni giorno hai un'idea nuova. Mi piace come cresci i nostri figli, come ascolti e come dialoghi con me sempre, per ogni cosa, lavoro, curiosità, sport, tutto, se si potessero sintetizzare al massimo questi quindici anni insieme con una sola parola dire "dialogo" questo è la nostra forza, non avere segreti e aprirsi l'un l'altro sinceramente. Mi piace pensare che non puoi fare a meno di me, perchè io non posso fare a meno di te. Ti voglio bene. Le nostre anime si amano da molto più che quindici anni, si amano da quando il Signore lo ha deciso. La mia vita ti appartiene per volontà Divina.
Ancora grazie a Dio per tanta generosità, grazie a Dio per averci regalato i nostri primi quindi anni di Paradiso.

 

martedì 2 ottobre 2012

QUARANTA.

 
Eccomi arrivato!! Sono passati ben quarant'anni da quando il Signore mi ha messo su questa terra. Sono molti?? Non lo so! Quello che so è che sono stati anni meravigliosi, ricchi di doni e di esperienze!! Dio con me è stato molto generoso, non mi ha fatto mancare veramente nulla, un'infanzia serena, e una vita che sino ad'ora è filata liscia come l'olio. Quindi come prima cosa dico grazie Dio per il mio Angelo custode e per tutti gli Angeli del cielo, grazie al Signore per tanta generosità immeritata, grazie per tutto ciò che fa parte della mia vita, grazie per i miei nonni, per i miei genitori, grazie per la mia sposa, per i miei figli, per il mio lavoro, per tutte le persone che ho incontrato in questi quarant'anni, per ogni singolo alito di vento che ho respirato, per ogni sorriso e per ogni pianto che mi ha permesso di apprezzare il meraviglioso dono della vita. . Così come chiedo scusa a Lui per non essere riuscito a sentire ed accogliere a pieno le Sue richieste, e chiedo scusa a tutti coloro che si aspettavano qualcos'altro da me, chiedo scusa a tutti coloro che ho in qualsiasi modo offeso o trascurato.

E' giunto quindi il momento di riassumere la mia vita:

1972: a Burcei, un piccolo paesino di montagna nascevo il giorno 02 ottobre (SS Angeli Custodi) e vivevo sino alla fine del 1977.
1978: anno del mio primo giorno di scuola elementare a Senorbì.
1980: esperienza di vita a Suelli sino al 1983.
1983: trasferimento a Monastir dove ho vissuto frequentando la quinta elementare e tutte le scuole medie. E' stata una tappa fondamentale della mia vita, qui ho conosciuto la passione per la musica, tramandata da mio nonno Antonino, passione che mi ha accompagnato tutta la vita e mi ha spianato la strada per il lavoro. Sono molte le persone che tra il 1983 e il 1995 hanno contribuito a rendere la mia vita speciale. Ricordo in particolare Signora Maria Deiosso che mi ha trasmesso l'amore infinito per Maria Santissima, tanto grande che la portata alla costruzione di una chiesa a Lei dedicata e ha pregato per me e per la mia famiglia. Il mio primo maestro di musica presso la Banda Musicale di Monastir, Alberto Cugia che ha iniettato il primo virus di un meraviglioso bene incurabile. Il Maestro Ignazio Pilloni che mi ha materialmente portato al Conservatorio di Cagliari e involontariamente ha contribuito a tutto ciò che di bene c'è tutt'ora nella mia vita e che se leggesse questo post, ringrazio solennemente e pubblicamente per quanto ha fatto per me. Tutto il gruppo di amici della Banda con cui ho condiviso tanti viaggi e tanta gioia. Il mio compagno di banco delle scuole medie, Luca Cinus, il mio caro amico Angelo Ugas, grande persona e grande musicista, tutto il vicinato dell'Agip di Monastir che ha sopportato otto anni di studio del trombone e ha fatto il tifo per me, (c'era persino qualcuno che se non mi sentiva suonare veniva ad informarsi circa il mio stato di salute). Il caro Antonello Baldussu che non vedo da una vita, e tante, tante altre persone che ringrazio.
1987: anno di ingresso al Conservatorio Statale di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari nella classe del Maestro Giuseppe Ferraraccio, prematuramente scomparso nel 1989 che ringrazio per tutto ciò che ha fatto per me, lezioni di musica e lezioni di vita.
1989: questo è un'anno fondamentale per la mia vita e per la vita della mia famiglia, dopo la morte del Maestro Ferraraccio, insieme ai trombonisti della mia classe transito nella classe del Maestro Giovanni Moccia, che saluto e ringrazio per tutta la pazienza e per tutta la bontà d'animo, perchè dunque è fondamentale, il caro Maestro Moccia all'epoca dirigeva la Banda Musicale di Senorbì!!! e chi suonava nella Banda Musicale di Senorbì???.....(i particolari di questa storia saranno il tema del mio prossimo post!!). Della mia classe ricordo tutti i miei compagni, Claudio Corrias, Massimo Melis, Pierandrea Congiu, Davide Serra, Mauro Sanna, Maurizio Ligas, Massimo Piredda, Enrico Sanneris, Guido Murgia, Paola Denotti, Alessandro Ghironi, Biaggio Pirisi tutti bravissimi musicisti e cari amici che ringrazio per tutto il bene che mi hanno voluto e che mi hanno fatto!!! In questo contesto merita senz'altro un particolare ringraziamento il Maestro Luca Mangini, 1° trombone dell'Orchestra dell'Ente Lirico di Cagliari, un ringraziamento per la sua amicizia, per i suoi insegnamenti per le decine e decine di lezioni private tenute a casa sua completamente gratis, è importante per me sottolineare la sua grande generosità e umiltà e ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per me, è stato veramente mandato dalla Provvidenza. Inoltre voglio ringraziare il "mio pianista" compagno di decine di prove, concorsi, saggi e concerti, il grandissimo Roberto Zonca che saluto e ringrazio per tutta la pazienza e la collaborazione di quegli anni.
1991: nell'estate di quest'anno incontro l'amore della mia vita e la madre dei miei figli.
1994: anno del mio diploma e di raccolta dei frutti del sacrificio di otto anni di studio. Nella primavera di quest'anno partecipo quasi per gioco alle selezioni per l'Orchestra Giovanile della Comunità Europea e per l'Orchestra Giovanile Italiana, a Roma, risultato, vincitore del posto di trombone basso presso l'orchestra Giovanile Italiana e finalista per l'Orchestra Giovanile della Comunità Europea, grande soddisfazione e felicità, che però dura poco, infatti per motivi economici dovrò rinunciare al posto presso la Giovanile italiana, l'Italia è lontana e non è previsto nessun rimborso per le spese di viaggio e io non potevo chiedere altri sacrifici ai miei genitori già provati da tanti anni di richieste.
Il cinque ottobre sono nuovamente protagonista con il mio trombone, dopo una selezione ho la possibilità di eseguire il Concerto per solo trombone e orchestra di E. Bozza presso il nuovo Teatro Lirico di Cagliari, accompagnato dall'orchestra del Conservatorio, un'emozione immensa.
1995: il tempo è scaduto, c'è da fare il servizio militare obbligatorio, decido di tentare presso l'Arma dei Carabinieri, anche perchè sono cresciuto a pane e Arma, papà è un Sott.le in pensione. Si parte, un grande dolore nel lasciare la mia amata, ma la prospettiva di dare una svolta alla mia vita mi da coraggio e il giorno 19 maggio entro alla Scuola Allievi CC di Chieti, la vita militare è dura, addestramento estenuante, notte e giorno, di quel periodo ho il triste ricordo della scomparsa del mio caro zio Piero, fratello di mamma a cui ero particolarmente legato, una banale caduta da cavallo lo strappa alla sua giovane famiglia e a tutti noi. Si riprende, e senti senti, la scuola CC decide di dotarsi di un gruppo di musicisti per la festa di fine corso, anche questa volta, grazie al mio trombone è la svolta, si forma il gruppo di cui ricordo alcuni amici, Davide Antonini, Giovanni Pusceddu, Michele Santi, Michele De Santis, Emiliano Razzino, Salvatore Cocciro, arriviamo ad esibirci in diverse occasioni nella città di Chieti. Arriva il momento delle selezioni per entrare a far parte dell'organizzazione musicale dell'Arma, a Roma, presso la Banda dei Carabinieri, fresco di studi faccio un figurone e vengo assegnato alla Fanfara della Legione Allievi di Roma.
1996: concorso per rimanere nei CC, anche qui grazie alla provvidenza che mette sulla mia strada le persone giuste, e grazie agli amici della Fanfara che tifano per me riesco nell'intento, il problema lavoro è risolto per sempre. Gli anni con la Fanfara sono stati un po duri, ma ho anche tanti bellissimi ricordi, e tanti amici fraterni, tra cui cito Danilo Di Silvestro, Piero Cima (collega di reparto), Simone Bartolacci, Antonio Saturno, Gianluca Pompeo, Lorenzo Angelozzi (con cui ho condiviso anche l'esperienza a Vicenza), Efisio Abis, Settimio Ferrari, Alex Tomasselli, Alex Conte, Raf Martucci, Adriano Fagiani, Saro Boscia, Totò Vallelunga, Giuseppe Di Paolo, Paolo Stefanizzi, e tutti i componenti del gruppo di allora. ( non continuo perchè sarebbe troppo lungo)
1997: in ottobre sposo la mia amata e mi trasferisco a Bracciano sino al 2002, qui la nostalgia è tanta, ma il Signore come sempre ci manda gli Angeli a tenerci compagnia, e tra questi ricordo con molto affetto Mauro e Santina, due persone speciali, dotati di una grande fede, di una grande umiltà e di una grande generosità, ci tengono compagnia e ci danno conforto, si crea un legame che per noi è indissolubile, colgo qui l'occasione di ringraziarli per tutto il bene che ci vogliono e per tutto ciò che hanno fatto per noi e fanno tutt'ora. Ci sono poi Giuseppe e Giovanna che essendo sardi come noi ci faranno sentire a casa molto spesso con le riunioni a suon di maialetto, pecorino e mirto, Mimmo e Antonella che saluto affettuosamente, Leonardo e Michela, e tutti gli amici romani e non che vengono a trovarci spesso.
1998 : muore mia nonna paterna, nonna Adelina, tanta tristezza. Anno anche del viaggio a Lourdes con la Fanfara, un'esperienza indimenticabile.        
2000: muore nonna Wanda, la nonna di Rossana, tanta tristezza. Il 25 febbraio nasce Emiliano, il nostro primo figlio,  grande dono del Signore!!! a fine agosto, valigie e si parte per Vicenza, corso Vice Brigadieri.
2002: dopo sette anni di esilio, si torna a casa, grazie a molte persone vengo trasferito in Sardegna, felicità nostra e delle nostre famiglie, è una grande festa.
2004: il 26 dicembre nasce Aurora altro immenso dono del Signore!!
2005: con l'aiuto di Dio iniziano i lavori di costruzione della nostra casa.
2006: la casa è finita, a ottobre ci trasferiamo, una vita di debiti ma grande soddisfazione.
2009: primo viaggio dopo anni, si va in Scozia con la mia sposa, esperienza indimenticabile, mi legherà a questa terra meravigliosa per sempre.
2010: viaggio nel nord Italia con tutta la famiglia, dopo dieci anni abbracciamo di nuovo Mauro e Santina, grande emozione, grande felicità.
2011: viaggio a Parigi con la mia sposa. Indimenticabile viaggio culturale e romantico.
2012: i miei primi quarant'anni e i primi quindici anni di matrimonio!!! Grazie Signore di tanta generosità e tanta bontà, hai illuminato la mia vita sin dal primo giorno, illumini la mia strada e mi indichi la via, grazie grazie grazie. Grazie anche a tutti i protagonisti di questa storia, tutte le persone che ho avuto l'onore di incontrare lungo la strada, anche coloro che non ho nominato, tutti coloro che hanno condiviso con me anche solo uno sguardo, un solo pensiero. Grazie a te Signore per ogni singolo battito del mio cuore grazie a tutte le persone che ho incontrato per aver reso la mia vita un vero capolavoro.