lunedì 29 aprile 2013

ALBINO MANCA

Albino Manca

                     
        
Albino Manca (Tertenia, 31 dicembre 1897New York, 15 gennaio 1976) è stato uno scultore italiano di origini sarde.

Periodo italiano

Sin da piccolo mostrò interesse per l'arte e dopo il servizio militare si trasferì a Roma dove si diplomò all’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Pietro Canonica.
Iniziò quindi a farsi conoscere nell'ambiente della nobiltà romana e riuscì presto a farsi apprezzare tanto da divenire un artista apprezzato dal regime fascista. A quel periodo risalgono alcuni ritratti di Benito Mussolini (per la maggior parte dispersi dopo la caduta del fascismo) e di alcuni membri di Casa Savoia. Anche le sculture del Palazzo della Legione dei Carabinieri di Cagliari (1932) risalgono a quel periodo in cui operò anche nella costruzione del Vittoriano.

Primo periodo americano

Nel 1930, venne invitato a recarsi a New York da Giuseppe Gatti Casazza allora direttore della Metropolitan Opera House. Negli Stati Uniti iniziò a conoscere il mondo artistico d'oltre oceano e cominciò a lavorare in diversi settori artistici, spesso di secondo piano. Si specializzò nella rappresentazione del mondo naturalistico e degli animali in particolare. Fra questi si ricordano la Pantera ispirata al bronzo della Chimera di Arezzo. Una Gazzella e fico d'India vennero poi inseriti nel Brookgreen Garden di Georgetown nello stato della Carolina del Sud. Impegnato nella sua produzione scultorea, non ebbe modo di dedicare molto tempo alla pittura ma decise comunque di partecipare alla II Quadriennale di Roma del 1935 con il dipinto Fanciulla dormiente.

Secondo periodo americano

Rientrato in Italia nel 1932, decise di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti nel 1938. Questa volta le difficoltà di inserimento gli creano diversi problemi ma Manca riuscì a superarli ed iniziò a farsi apprezzare nel difficile mondo artistico newyorchese. Partecipò con sue opere ad alcune esposizioni come la New York World’s Fair (1939) e la mostra dell’Italian Line al Rockefeller Center (1940). Diversificò la sua produzione realizzando una serie di medaglie e nel 1942 ottenne la commessa per decorare l'Ufficio postale di Lyons in Georgia. Nel corso di questo lavoro ebbe modo di conoscere il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt al quale farà alcuni ritratti. Ma soltanto nel 1963 realizzerà la sua opera più importante, vincendo un concorso pubblico per la realizzazione del monumento ai caduti del mare nel corso della seconda guerra mondiale; The Diving Eagle[1] venne posta nei giardini di Battery Park a Manhattan. Si tratta di un'aquila stilizzata che artiglia una corona d’alloro. Altra sua opera importante è il Gate of Life, una grande cancellata sita al Children’s Queens Zoo (1968), costellata di animali in bronzo.
Nel 1965, in occasione della visita del papa Paolo VI alle Nazioni Unite, gli venne commissionata la medaglia commemorativa dell'evento.
Dopo la morte, le sue spoglie, per sua volontà, tornarono al paese natio, al quale volle fare dono di alcune sue opere ora esposte nel Museo Albino Manca di Tertenia.
 
 
 

mercoledì 24 aprile 2013

N.S.DI BONARIA

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DI BONARIA
 
Di Bonaria celeste Regina8Dietro d’Angeli schiera infinita,
Salve, o Madre, che il cielo ci diè.sovra l’onda placata del mar,
Te saluta e devota s’inchinagià s’appressa la Vergin gradita
La Sardegna che esulta per Te.alla terra ove intese vogar
  
1Misteriosa da Iberici lidi9Corre tosto gran turba festosa
La tua immagine un giorno salpò.
Si commuove l’eletta città,
O gran Vergin che in cielo t’assidima la cassa alla spiaggia è ritrosa.
Deh! Ne dici: “chi a noi ti mandò?”Chi alla riva mai trarla potrà?
  
2Benedetto il Signor che in Sardegna10Ecco un pargol innalza la voce:
A noi Madre ti volle mandar!“I suoi figli sol trarla potran”
Deh! Sia sempre nostr’alma più degnaDello stuolo che accorse veloce
D’una grazia così singolar!Alle sacre t’arrendi sue man.
  
3Di Bonaria sul mistico colle11Sul tuo colle perenne sorgente
Il tuo sguardo posavasi allor,Dei divini favori sgorgò;
vide il Tempio che oggi s’estollogni cuore conforto, ogni mente
a Te sacro, ch’è pegno d’amor.luce e grazia qui sempre trovò.
  
4Quanti, o Madre, adoprasti portenti12Quante lacrime asterse qui furon!
Di Sardegna per giungere al suol,Quanti mali tua mano fugò!
mentre l’onde mugghiavan furenti,Il cammino fu lieto e sicuro
mentre in cielo spegnevasi il sol.Al nocchier che a Te innanzi pregò!
  
5Alle menti dei naufraghi, incombe13Alfin siedi dei Sardi Regina
Di sparir negli abissi l’orror:Tu che in cielo sei tutta splendor:
già nei gorghi, temute lor tombe,la bontà che vêr noi t’avvicina
gittan merci e sudati valor.deh! ci renda propizio il Signor.
  
6Gittan Te sopra l’onda furiosa,14Deh! proteggi la forte Sardegna,
Vergin santa dal candido vel;su noi attendi il tuo manto d'amor,
al tuo bacio, ineffabile rosa,sovra l'sola nostra Tu regna,
queta il mar e rischiarasi il ciel.nostra speme sii Tu nostro onor.
  
7Astro in cielo apparisti tu fido15Benedici le nostre famiglie,
Nella calma del mare al nocchier:dona pace alla nostra città,
suo malgrado seguirti al tuo lidosiano casti i fanciulli e le figlie,
ei pur dee pel segnato sentier.regni sempre la tua carità.
 

lunedì 15 aprile 2013

CULLODEN - SCOTLAND

 
 
 
 
 
La Battaglia di Culloden (gaelico: Blàr Chùil Lodair), combattuta il 16 aprile 1746 presso Inverness nelle Highlands scozzesi, vide i sostenitori di Carlo Edoardo Stuart, detto il "Giovane Pretendente" (detto anche "Bonnie Prince Charlie"), definitivamente sconfitti dalle forze lealiste comandate dal Duca di Cumberland, figlio di re Giorgio II, che per l'efferatezza della repressione portata avanti nei confronti dei giacobiti fu soprannominato "Billy il Macellaio".
Quella di Culloden fu l'ultima battaglia campale combattuta in Gran Bretagna, e nonostante si fosse in piena età moderna gli scozzesi utilizzarono sul campo concetti e strategie risalenti al Medioevo, inefficaci e superati; lo scontro si concluse con la loro disastrosa sconfitta.
 
L'esito disastroso della battaglia pose definitivamente fine sia ai piani degli Stuart di riconquistare il trono inglese, sia al sogno scozzese di rendersi nuovamente indipendenti dall'Inghilterra. Lo sterminio totale dei feriti ordinato ai suoi soldati fece sì che il Duca di Cumberland fosse soprannominato dagli scozzesi "Billy the Butcher", Billy (diminutivo di William) il Macellaio in italiano. Alcuni prigionieri d'alto rango vennero portati a Inverness per essere processati e giustiziati, mentre tre Lord ribelli furono inviati a Londra.
Carlo Edoardo fuggì dal campo di battaglia e passò altri cinque mesi da fuggiasco in Scozia, con una taglia di ben 30.000 sterline sulla sua testa. Aiutato da una nobildonna scozzese, Flora MacDonald, di lì a poco il Bel Carlo lasciò avventurosamente il suolo scozzese, travestito da donna, per riparare in Francia
 
Subito dopo la battaglia, Cumberland si recò ad Inverness con la sciabola ancora coperta di sangue, come gesto simbolico e di monito. Il giorno seguente, il massacro andò avanti. Il Duca svuotò le prigioni dai detenuti inglesi ed ordinò di riempirle con i prigionieri giacobiti. Un certo numero di arrestati fu portato in Inghilterra per essere processato per alto tradimento. Una serie di processi ebbe luogo a Berwick-upon-Tweed, York e Londra e molti giacobiti furono tenuti prigionieri per diverso tempo nei pontoni sul Tamigi e in Tilbury Fort dove vennero trattati in maniera ignobile, torturati e lasciati morire. Le esecuzioni vennero condotte sulla base di un rapporto di uno a venti. In totale, dopo la battaglia di Culloden, furono presi prigionieri 3.470 giacobiti ed altri sostenitori, dei quali 120 vennero condannati a morte ed 88 perirono nelle carceri; 936 furono deportati nelle colonie e 222 vennero mandati in esilio. Mentre molti in seguito furono rilasciati, la sorte di quasi 700 persone è rimasta ancora sconosciuta. Allo stesso modo di come operò una giustizia sommaria sui prigionieri giacobiti, Cumberland si mostrò inflessibile anche nei confronti dei suoi uomini, facendo fucilare 36 disertori inglesi. La repressione attuata non fu comunque molto differente per efferatezza da quella operata da Giacomo II ai tempi della ribellione di Monmouth, con le assise insanguinate del giudice Jeffreys.
Diversamente dai ribelli scozzesi, ai picchetti di soldati irlandesi dell'esercito francese fu concessa una resa formale e venne riservato un trattamento onorevole, permettendogli anche un ritorno in Francia. La differenza stava nel fatto che questi ultimi erano considerati soldati regolari di una nazione straniera e soggetti al normale codice di guerra. I prigionieri giacobiti, invece, erano visti come dei traditori e da trattare di conseguenza.
 
La repressione delle truppe governative contro i giacobiti ed i loro simpatizzanti proseguì nei mesi successivi. Gli inglesi, inoltre, presero diversi provvedimenti per sottomettere definitivamente la Scozia, annientandone costumi e tradizioni: agli scozzesi fu proibito di indossare il kilt o di suonare la cornamusa, con la sola eccezione dei reggimenti reclutati nell'esercito inglese; a questa serie di leggi, detta Atto di Proscrizione (Act of Proscription), si aggiunsero l'Atto di Abolizione del Possesso (Tenures Abolition Act), che decretò la fine del vincolo feudale di servizio militare e l'Atto di Giurisdizione sulla Successione (Heritable Jurisdictions Act), che abolì l'autorità virtuale che i capi avevano sui loro clan. Le nuove provvisioni ecclesiastiche mirarono a proscrivere la principale confessione religiosa dei giacobiti, l'Episcopalismo. Anche le radici culturali scozzesi furono duramente provate dagli inglesi, che osteggiarono l'uso del gaelico e la recita delle antiche opere letterarie scozzesi.
« L'agreste piva e gl'allegri lai
Non più allieteran i giorni felici;
Né i bei dì di dilettevol festa
Rallegreran le tetre notti d'inverno;
[...]
E nulla s'udrà ma sol di dolor pianti,
Mentre pallidi gli spirti dello scempio
Si libreran ogni notte sulla landa silente. »
(Lacrime di Scozia, Tobias Smollett)
In seguito alla battaglia Händel scrisse l'oratorio Judas Maccabeus in onore del Duca di Cumberland, con la celeberrima aria “See how the conquering hero comes”.
 
 
 
 
 
Sin qui la storia scritta sui libri e raccontata dalle cronache......sono stato in quel campo di battaglia nel 2009 e le sensazioni e i sentimenti che si provano nel calpestare quel suolo sono assai difficili da descrivere. Sembra quasi che i fantasmi di questo glorioso popolo vaghino ancora in cerca di pace. Il silenzio, il vento e le pietre messe in ricordo dei Clan che parteciparono allo scontro, mettono tristezza. Un popolo obbligato con la forza a far parte di un regno a cui  sentono di non appartenere. Obbligati a non parlare la loro lingua, a non usare i loro costumi, le loro usanze, la loro musica. Era un popolo cattolico in passato ma ora sono protestanti....che dire, sono tutte cose che nel mondo continuano ad accadere nell' indifferenza totale. 
 

 Nel 2014 in Scozia si terrà un referendum in cui gli scozzesi avranno la possibilità, dopo 268 anni, di scegliere se far parte del Regno Unito o essere finalmente liberi.
 

LA PRIMESTATE

 
In questi ultimi giorni ho poco tempo per scrivere sul blog a causa dell'arrivo improvviso della primavera, o meglio della primestate, si perché sull'isola si toccano tranquillamente i 25° e si è passati dall'inverno all'estate in ventiquattro ore, conseguenza.........pulizia intensiva del giardino letteralmente infestato dall'erba è corsa contro il tempo per la semina dell'orto estivo. Dunque, sfalcio con decespugliatore per diradare la foresta e poi giù di zappa a olio di gomito. E' dura ma l'orto da molte soddisfazioni, stiamo terminando in questi giorni il raccolto di finocchi, sedano e attendiamo la maturazione delle cipolle, è strano come a casa mia le verdure impieghino tre mesi per arrivare ad essere mangiate, mentre nella coltivazione industriale si pianta e si mangia  in un mese, mah....... 
E poi l'altro motivo per cui scrivo poco è che impiego il tempo libero a suonare e spesso mi dimentico di guardare l'orologio e il tempo vola via insieme alle mie note........

martedì 9 aprile 2013

GIGI

 
Luigi Angius è un mio amico dai tempi del Conservatorio, ci siamo poi incontrati alla Fanfara della Legione Allievi Carabinieri nel 1995. Bravissimo flautista, classico, moderno, jazz ed eccellente compositore. In particolare ha scritto e suonato un pezzo che a me piace tantissimo, tanto da inserirlo come colonna nel video del mio matrimonio.
 
Buon ascolto........

martedì 2 aprile 2013

IL PAPA

2 APRILE 2005

Giovanni Paolo II era morto da circa quattro ore, sabato notte, quando Ivan Dragicevic, uno dei sei "ragazzi di Medjugorje" ha avuto la sua apparizione quotidiana a Boston, la città dove adesso vive. Là oltreoceano erano le 18.40 (ed era ancora il 2 aprile). 

Mentre Ivan pregava, come di consueto, guardando la Madonna, la giovane donna bellissima che gli appare ogni giorno dal 24 giugno 1981, alla sinistra di lei è apparso Giovanni Paolo II.
Era sorridente, appariva giovane ed  molto felice. Vestito di bianco con un mantello dorato. La Madonna si è voltata verso di lui e i due, guardandosi, hanno entrambi sorriso, un sorriso straordinario, meraviglioso. Giovanni Paolo II continuava estasiato a guardare la giovane Donna e lei si è rivolta verso Ivan dicendogli:
 'il mio caro figlio è con me".
 Non ha detto nient'altro, ma il suo volto era raggiante come quello del papa che ha continuato a guardare il volto di lei".

2 APRILE 2005

Giovanni Paolo II era morto da circa quattro ore, sabato notte, quando Ivan Dragicevic, uno dei sei "ragazzi di Medjugorje" ha avuto la sua appar...
izione quotidiana a Boston, la città dove adesso vive. Là oltreoceano erano le 18.40 (ed era ancora il 2 aprile).

Mentre Ivan pregava, come di consueto, guardando la Madonna, la giovane donna bellissima che gli appare ogni giorno dal 24 giugno 1981, alla sinistra di lei è apparso Giovanni Paolo II.
Era sorridente, appariva giovane ed molto felice. Vestito di bianco con un mantello dorato. La Madonna si è voltata verso di lui e i due, guardandosi, hanno entrambi sorriso, un sorriso straordinario, meraviglioso. Giovanni Paolo II continuava estasiato a guardare la giovane Donna e lei si è rivolta verso Ivan dicendogli:
'il mio caro figlio è con me".
Non ha detto nient'altro, ma il suo volto era raggiante come quello del papa che ha continuato a guardare il volto di lei".