domenica 29 aprile 2012

SARDEGNA MALINCONICA

Diga Lago Mulargia Siurgus Donigala.jpg

Nurallao Funtana Is Arinos

Urzulei passo Genna Silana

Cascata S'Istrampu de Mularza Noa

La Sardegna è nota per le sue spiagge, per il mare cristallino, e più in generale è conosciuta per il turismo estivo. Fare un giro dell'isola, attraversare le zone interne nella stagione invernale è magico, è un po come ascoltare una sinfonia malinconica in RE minore, le nuvole basse, il verde intenso delle querce e degli ulivi, di tanto in tanto si incontra una sorgente d'acqua fresca sul ciglio della strada, il vento instancabile  modifica il paesaggio, strade deserte dove non è raro incontrare una persona a cavallo, un gregge di pecore o di capre che attraversa e ti obbliga ad ammirare ciò che ti circonda, inoltre l'isola ha un territorio vastissimo ed è praticamente disabitata, pensate conta solo un milione e mezzo di abitanti, per lo più concentrate nel capoluogo, per cui percorrendo queste strade raramente si incontra una macchina. Credetemi non c'è niente di più bello che vedere la mia isola d'inverno, a me capita di pensare che Dio mi ha regalato un'angolo di paradiso da assaggiare adesso, adoro la Sardegna, i suoi colori, i suoi profumi e le sue tradizioni, non potrei vivere in nessun altro posto al mondo, forse gli somiglia un po la Scozia, ma non potrei sopportare il freddo invernale per cui.....

venerdì 27 aprile 2012

28 APRILE FESTA???

Sa die de sa Sardigna

Giuseppe Sciuti, Ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari, 1879
Giuseppe Sciuti, Ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari, 1879
Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti "Vespri Sardi", cioè l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'isola titolare del Regno di Sardegna.

I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l'aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.

Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l'isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.

Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell'isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.

La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l'arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell'anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.

Voglio aggiungere però un particolare, domani in Sardegna è festa, ma solo per la scuola!!! tutte le altre attività si svolgono regolarmente!! e a nessuno spetta alcuna indennità festiva, almeno penso!!! a me almeno no!!!.......quindi è una festività un po anomala!!!

martedì 24 aprile 2012

OGGI....SARDEGNA IN FESTA!!

    
Nostra Signora di Bonaria o Madonna di Bonaria è il titolo con il quale la Chiesa Cattolica venera la madre di Gesù, raffigurata nel simulacro custodito nell'omonimo santuario di Cagliari. La Madonna di Bonaria è patrona massima della Sardegna e protettrice dei naviganti.

Storia 

Il rinvenimento del simulacro 

Sul colle di Bonaria, nel 1324, si insediarono i Catalani, che vi fondarono una cittadella fortificata. Nel 1335 la chiesa della cittadella, intitolata alla Trinità e alla Madonna, venne affidata ai frati mercedari.
La leggenda narra che il 25 marzo del 1370 una nave, che dalla Catalogna dirigeva verso l'Italia, si imbatté in una improvvisa e violenta tempesta. Nell'estremo tentativo di salvare l'equipaggio, il capitano della nave diede ordine di gettare in mare tutto il carico. Questa fu la sorte anche di una pesante e grande cassa, di cui si ignorava il contenuto, che fu gettata per ultima. Appena questa toccò acqua, la tempesta si placò. Successivamente la cassa approdò nella spiaggia situata alla base del colle di Bonaria, vicino a Cagliari, dove suscitò la curiosità dei presenti. Nessuno però riuscì ad aprirla o a sollevarla se non i frati mercedari, chiamati dal vicino convento, situato sulla cima del colle. I frati portarono la cassa al convento, la aprirono e verificarono che il contenuto era un'imponente statua lignea della Madonna col Bambino, la quale teneva nella mano destra una candela accesa Santa Maria della Candelora. La Madonna, raffigurata nella statua, prese quindi il nome di Nostra Signora di Bonaria, dal luogo in cui venne rinvenuta.
La chiesa del convento ospitò il simulacro, divenendo da allora il santuario della Madonna di Bonaria. Solo nel XVIII secolo iniziarono i lavori di costruzione della grande basilica che affianca il santuario.

Patrona massima della Sardegna 

La statua della Madonna di Bonaria venne incoronata il 24 aprile 1870, per volere di papa Pio IX. Il 13 settembre 1907, per volontà di papa Pio X, che per l'occasione inviò a Cagliari, come suo rappresentante, il cardinale Pietro Maffi, Nostra Signora di Bonaria venne proclamata patrona massima della Sardegna[1], durante una celebrazione tenutasi nel duomo di Cagliari. Nel 1926 il papa Pio XI eleva al titolo di basilica minore la nuova chiesa (la cui costruzione non era allora ancora conclusa), edificata vicino al santuario trecentesco a partire dal XVIII secolo. La comunicazione dell'evento viene data il 22 aprile dello stesso anno, durante la celebrazione di consacrazione della basilica, presieduta dal cardinale Gaetano Bisleti. Nel 1958, in occasione del cinquantesimo anniversario della proclamazione della Madonna di Bonaria a patrona della Sardegna, Pio XII inviò un radiomessaggio rivolto ai sardi.

Visite papali al santuario 

Il 24 aprile 1970, il papa Paolo VI, presiedette una celebrazione eucaristica sul sagrato della basilica di Bonaria, in occasione dei festeggiamenti per il sesto centenario dal rinvenimento della cassa con la statua della Vergine (1370). Nell'omelia, ebbe a dire tra l'altro: "Come nella statua della Madonna di Bonaria, Cristo ci appare nelle braccia di Maria; è da Lei che noi lo abbiamo, nella sua primissima relazione con noi; Egli è uomo come noi, è nostro fratello per il ministero materno di Maria. Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce"[2]. Il 20 ottobre 1985, Giovanni Paolo II, a conclusione della sua visita pastorale in Sardegna, arrivò a Cagliari, dove celebrò una messa sul piazzale di Bonaria. Alla fine della celebrazione, prima della recita dell'Angelus, il papa disse: "Al di là dello svolgersi degli eventi, spesso drammatici e dolorosi, e al di sopra degli interessi e delle fortune delle potenze terrene che si sono succedute sulla vostra terra, il santuario della Madonna di Bonaria è sempre stato, per le nazioni e le genti più diverse, un’attrattiva universale, un faro di certezze, al di là dei contrasti e delle divisioni. È stato un centro di unità e di concordia. La sua storia secolare e gloriosa testimonianza che tale opera è andata ben al di là dei confini della vostra isola, e si è estesa in varie parti del mondo, soprattutto nell’America Latina e nell’America Centrale, dove molti luoghi, pensiamo alla stessa capitale dell’Argentina, Buenos Aires, traggono il loro nome dalla Vergine della “buona aria”: Buenos Aires"[3].
Dal settembre del 2007 al settembre 2008 si svolgono le celebrazioni in occasione del primo centenario dalla proclamazione della Madonna di Bonaria a patrona massima della Sardegna. Il 27 aprile 2008, durante una celebrazione presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re nella cattedrale di Cagliari, è stato rinnovato l'affidamento della Sardegna a Nostra Signora di Bonaria. Il 7 settembre 2008 Benedetto XVI, in visita pastorale a Cagliari, ha presieduto una concelebrazione eucaristica sul sagrato della basilica di Bonaria. Alla fine della messa, prima di recitare l'Angelus, il papa ha rinnovato l'affidamento della Sardegna alla Madonna, ha onorato il simulacro della Vergine di Bonaria con il dono di una Rosa d'Oro e ha sostituito l'antica navicella d'argento, che ornava il candeliere che la statua reca nella mano destra, con una nuova in filigrana d'oro.

Nostra Signora di Bonaria e Buenos Aires 

La città di Buenos Aires, fondata una prima volta dal conquistador Pedro de Mendoza il 2 febbraio 1536, distrutta nel 1541 e rifondata definitivamente come Ciudad de la Santísima Trinidad en el Puerto de Santa María del Buen Aire nel 1580 da Juan de Garay, deve il suo nome alla devozione dei navigatori spagnoli verso la Madonna del Buen Aire o de los Buenos Aires, ovvero la Madonna di Bonaria venerata a Cagliari[4][5]. Nella capitale dell'Argentina si trova una basilica, eretta nel 1911 dai Mercedari, dedicata a Nuestra Señora de los Buenos Aires, la cui festa, come nel capoluogo sardo, si celebra il 24 aprile.

Feste   

La solennità di Nostra Signora di Bonaria viene celebrata il 24 aprile. In tale circostanza si svolge, nella notte tra il 24 e il 25 aprile il tradizionale pellegrinaggio a piedi da Sinnai al santuario di Cagliari. Nella città capoluogo della Sardegna la Madonna di Bonaria è oggetto di festeggiamenti anche il 25 marzo, giorno in cui, nel 1370, venne rinvenuto il simulacro, e la prima domenica di luglio, quando si svolge la cosiddetta sagra estiva. Quest'ultima si svolge dal 1866[6] e nacque dalla volontà di alcuni giovani sardi, reduci dalla battaglia di Custoza, che vollero ringraziare la Vergine per essersi salvati. Il momento culminante della sagra estiva consiste nella processione a mare della statua della Madonna.

venerdì 13 aprile 2012

LA VERA UTILITA' DELLE ARMI

Ho suonato in una banda militare per sette anni e questo genere di musica mi è rimasto nell'anima, a mio parere questo è il vero suono delle armi. Vi propongo una banda norvegese di una bravura stupefacente, ascoltate e guardate questi ragazzi, pensate a quante prove, a quanta pazienza e ore di studio devono aver impiegato per raggiungere tanta precisione, semplicemente fantastici...buon ascolto!!

martedì 3 aprile 2012

CARAVAGGIO - Deposizione dalla Croce

La Deposizione è un dipinto ad olio su tela di cm 300 x 203 realizzato tra il 1602 ed il 1604 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nella Pinacoteca Vaticana.
L'opera viene eseguita per la cappella Vittrice nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma, retta dai Padri Filippini.
Questo quadro fu una delle pochissime opere prodotte dal Caravaggio che suscitò unanimi consensi. Colpirà moltissimo la fantasia di Rubens che, vistolo qualche anno dopo, ne realizzò subito una copia e ne consigliò l'acquisto al marchese Gonzaga.
La composizione della scena e delle figure rimanda ancora una volta a Michelangelo, di cui il Merisi era sincero ammiratore: seguendo una diagonale, da destra ci compaiono le figure di Maria di Cleofa a braccia alzate, della Maddalena piangente e della Madonna anziana, che tende la mano sulla testa del figlio come per toccarlo un'ultima volta. A deporre il corpo nel sepolcro, San Giovanni e Nicodemo, le cui possenti e scultoree gambe valgono da sole la visione del quadro.
Drammatica è la figura di Cristo, livido e con la bocca dischiusa, e con il dito medio destro indicante, come per casualità, la lapide tombale vista di sguiscio sotto la quale sta per essere sepolto: riferimento chiaro e preciso alla "pietra angolare" da lui rappresentata e su cui si fonda la Chiesa. Quasi due secoli dopo sarà Jacques-Louis David a prendere spunto dalla figura del Cristo per il suo Marat assassinato.
Per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011 di Madrid l'opera è stata prestata al Museo del Prado.


 

lunedì 2 aprile 2012

LE NOSTRE SUORE!!

UN "SI" PER UNA GRANDE MISSIONE

Una delle caratteristiche più belle dell’amore del Signore è quella di essere “da sempre”: un amore dall’eternità e, quindi, un amore che sempre previene. Il Suo, oltre che essere “da sempre” è inoltre un Amore “fedele”, perché mantiene sempre la sua alleanza. Una fedeltà che rinnova ogni giorno con le sue creature, senza distinzione o limite.
Sentiamo una profonda riconoscenza per la vocazione che ci è stata regalata e per la missione che ci è affidata. La missione di far conoscere l’Amore del Cuore di Gesù, un amore che si è dato fino alla consumazione di Se Stesso sulla croce per raggiungere tutti gli uomini, perché tutti siano salvi
Il Magnificat sgorga dal cuore per le sette giovani, scelte dal Signore, nel meraviglioso continente asiatico per essere Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote!
Queste giovani formate alla vita religiosa nel nostro Istituto, attraverso le tappe del Postulandato, Noviziato e Juniorato nella loro terra, sono state chiamate da India e Filippine e hanno vissuto insieme l'ultimo anno di Juniorato in preparazione alla Professione Perpetua; esse esprimono la fecondità dell'annuncio missionario della Chiesa, la dimensione interculturale che il nostro Istituto va assumendo e la bellezza della comunione fraterna, che, nutrita dall'Eucarestia, manifesta la misericordia e bontà del Signore per le sue creature.
Qui in Italia è nata la nostra Famiglia religiosa: conoscere pertanto la lingua parlata dalla Fondatrice significa conoscere, attraverso gli scritti originali il suo pensiero e la sua profonda spiritualità. La Serva di Dio, Madre Margherita Maria Guaini è inoltre vissuta qui, ha operato, ha realizzato molte Comunità, seminando ovunque il buon profumo di Cristo.
Ora, queste Sorelle sono pronte a essere inviate là, dove il Signore attende da loro la piena disponibilità al Suo Volere. Per alcune di loro è ritornare nella propria terra, dove la Congregazione ha dato vita a realtà missionarie di grande impegno umano, spirituale ed apostolico.
In Manila vi sono due Comunità con la Casa di Formazione, dove ha sede il Noviziato e Juniorato e una grande opera educativa e di promozione umana, che accoglie circa 870 bambini per la scuola materna, elementare e media. Molte attività caritative, di collaborazione pastorale sono svolte dalle nostre Sorelle in collaborazione con la Parrocchia Mary Queen of Apostles dei Padri del PIME.
Una terza Comunità è nell’Isola di Cebù in Taytay, villaggio dei pescatori. Quotidianamente le Sorelle vengono a contatto con i bambini e le donne e mamme del villaggio che sono aiutate nelle loro necessità e seguite, con la catechesi, iniziative di promozione umana, collaborazione con la Parrocchia per la pastorale e ufficio parrocchiale, e varie attività di catechesi e liturgia.
Infine un’Opera altamente significativa per il Carisma delle Mges è la presenza nella Casa dei Sacerdoti in Cebù. Qui le Sorelle si prodigano a sollevare le sofferenze dei Sacerdoti anziani e ammalati che si trovano in questa struttura, soprattutto ad essere accanto a loro come Madri e sorelle, perché questa presenza discreta e sensibile sia loro di conforto e sollievo.
In India la nostra presenza di Mges ha avuto inizio inizia nell’anno 2003. La nostra Comunità è nello Stato del Jharkhand, un piccolo e tra i più poveri stati del nord-est dell’India che confina con lo stato dell’Orissa e dell’Andra Pradesh, conosciuti in questi ultimi tempi per le persecuzioni verso i cristiani.
La nostra Missione, attraverso quotidiane espressioni di carità, rivolte a tutti, indistintamente dal credo che professano è quella di testimoniare il Vangelo di Gesù, che e' venuto perché tutti possano avere vita e vita in abbondanza. Le Sorelle accolgono poi molti bambini cristiani, mussulmani, induisti, e di altre religioni che qui vivono insieme, aiutandoli nella loro preparazione scolastica. Si sta inoltre realizzando, con fatica ma con grande fiducia nella Provvidenza, un’opera chiamata: “Asha Nagar – Villaggio della speranza“. La struttura che comprenderà una scuola, una fattoria e alcune casette, darà la possibilità, a diverse famiglie povere di lavorare la terra, di coltivare il riso, primo elemento per questa gente e altri foraggi, di avere dagli animali della fattoria il necessario per vivere. La scuola poi accoglierà tanti bimbi che in questa terra sono numerosi come le stelle del cielo!
In queste Comunità, le nostre Sorelle che hanno fatto la Professione Perpetua perché conquistate da Cristo e affascinate dal Suo Amore, troveranno Gesù stesso che le aspetta, per iniziare la grande avventura del don e dell'annuncio, attraverso il servizio dell'amore ai fratelli.
La Serva di Dio, Madre Margherita M. Guaini, che ha sentito profondamente quest'ardente desiderio del Cuore di Cristo e l’ha fatto oggetto della sua preghiera ed impegno apostolico, scriveva:
Siamo tutti voluti ed amati da Dio. Ciascuno ha il suo inconfondibile posto nell’umanità e ciascuno deve operare in maniera buona…Il grande distintivo dei cristiani è la carità che abbraccia tutti senza distinzione e senza esclusioni. Carità non di parole ma di opere, perché l’amore si prova coi fatti…Mi piacerebbe condurre tutti in Paradiso!”.
Con l'aiuto del Signore queste sue figlie, ora consacrate per sempre vogliono continuare questa missione e offrire la loro vita per la salvezza delle anime e per sostenere il ministero dei Sacerdoti.

Sr.M.Cristina Alessio, Mges
Il 29 aprile 2011 a Novara è stato aperto il processo di Beatificazione di Madre Margherita Maria Guaini - Fondatrice della Suore Missionarie



In questa foto io e Suor Marcelle della Casa di Senorbì