mercoledì 20 marzo 2013

SU RE

Su Re, il film francescano di Giovanni Columbu 
    


Il nuovo film di Giovanni Columbu, essenziale e povero perché pone al centro i personaggi che stanno ai margini della società, i poveri e i malati.

 
Arriva il 28 marzo nelle sale di tutta Italia "Su Re, la passione". Nei cinema sardi in antemprima da domani 21 marzo. Si tratta del nuovo film del regista sardo Giovanni Columbu, trasposizione originale e potente della Passione di Cristo. "Un film francescano - spiega il regista nuorese - nel solco della nuova stagione annunciata da papa Francesco, sobrietà, spiritualità vera e profonda, povertà, non ostentazione della ricchezza".
Il film, che arriva 12 anni dopo il meraviglioso film del debutto di Columbu: Arcipelaghi. "E' un film sobrio nello stile, severo, privo di musica, nei contenuti e nella formula produttiva", sottolinea Giovanni Columbu nel corso dell'anteprima sarda del film, a Cagliari, che da oggi sarà distribuito nelle sale cinematografiche dell'isola dalla Sacher di Nanni Moretti. La pellicola, cofinanziata dalla Film Commission della Sardegna, offre in lingua sarda una personale rilettura dei quattro Vangeli: 87 minuti girati tra i monti di Orgosolo, Ovodda, Oliena e altri luoghi magici dell'Isola, un'opera che ha rappresentato l'Italia al Festival internazionale di Rotterdam e lo scorso anno è stata in concorso al Torino Film Festival.
"Una dimensione in cui è possibile ritrovare quel Dio che è in noi. Non c'è musica, la valenza musicale è data solo dal rumore degli zoccoli, dai gemiti, dalle poche parole tutte pronunciate in sardo". Tra gli interpreti Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas, Tonino Murgia, Paolo Pillonca, Antonio Forma, Luca Todde, Giovanni Frau, Bruno Petretto, Ignazio Pani, Carlo Sannais. E poi i non attori: pastori, allevatori e pazienti dei centri di salute mentale.
"Sono stato mosso, nel girare il film, da un profondo sentimento scaturito dalla lettura dei Vangeli - risponde Columbu -. Sono fatti che racchiudono un qualcosa che sta nelle vicissitudini degli esseri umani. C'è un'esigenza di rinnovamento della Chiesa e della società. Nel film c'è un richiamo a tutto quanto c'è di essenziale e povero, perché pone al centro i personaggi che stanno ai margini della società, i poveri e i malati. Spero che, come ha annunciato papa Francesco, inizi una nuova era".
 
 
 

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