domenica 21 dicembre 2014

SENZA COMMENTO

BENIGNI, I COMANDAMENTI E IL MIRACOLO DELLA VITA. Il post che segue rispecchia una opinione personale sullo spettacolo di Roberto Benigni sui dieci comandamenti, si può quindi dissentire liberamente, sempre se si hanno delle ragioni valide per farlo e non per partito preso. 

Grazie a Roberto Benigni per aver portato al pubblico televisivo l’immenso lavoro di Don Fabio Rosini sui Dieci Comandamenti.
Intendiamoci subito, ce ne fossero di sacerdoti capaci di essere altrettanto affascinanti e coinvolgenti nel parlare delle cose di Dio!
Così come sarebbe bello vedere la stessa folla attorno a quei sacerdoti che, molto meglio di Benigni, ogni giorno parlano gratuitamente delle cose di Dio. Si, perché ci sono sacerdoti, e non sono pochi, che ti incantano quando li senti parlare.
Tanto di cappello, comunque, a chi è stato in grado di tenere incollati davanti al teleschermo dieci milioni di persone per due sere di seguito, a dimostrazione che è possibile, se si vuole, fare televisione di qualità senza neanche interruzioni pubblicitarie.

Ciò doverosamente premesso, non c’è dubbio che ieri sera, Benigni ha perso un’occasione.
Ha perso l’occasione di attraversare quella linea sottile che separa una verità nascosta da una verità svelata.
Ci è andato molto vicino, ma gli è mancato il coraggio!
5° Comandamento. Non uccidere. Immagino quanti di noi hanno trattenuto il fiato sporgendosi dalla poltrona quando si è chiesto se ci fosse bisogno di un comandamento che ti ordina di non uccidere, e poi ancora quando ha superbamente inchiodato alla realtà di barbarie l'istituto della pena di morte.
Dai Benigni! Non uccidere. Adesso lo dice, abbiamo pensato, ora dirà che l’aborto è la maggior causa di morte al mondo, che ogni anno uccidiamo quasi 50 milioni di bambini nel grembo materno. 
Niente.
Poi ancora ha detto della guerra, delle centinaia di milioni di morti di tutte le guerre, e di nuovo abbiamo creduto che fosse venuto il momento della verità.
Dai Roberto! Non uccidere. Ora stai parlando di crimini contro l’umanità, e qui ci troviamo di fronte al più imponente, silenzioso e infinito genocidio della storia dell’umanità, tuttora in corso, circa un miliardo di esseri umani sterminati negli ultimi quarant’anni.
Dai, dilla questa verità, se non ora quando?

Non l’hai voluta dire la verità, Roberto, non ne hai avuto il coraggio.
L’affascinante, coinvolgente, a tratti anche goliardica scampagnata tra amici non si è trasformato in un pellegrinaggio al santuario della Verità.
Lo show televisivo è rimasto tale.
Caro Benigni, hai usato come meglio non si poteva parole di amore, di fede, di libertà, di miracolo della vita, ma ti è mancato il coraggio dell’ultimo passo, il coraggio della verità. 
Ieri sera hai avuto l’occasione di uscire dalla lordura del “politicamente corretto” dimostrando così che c’era passione e verità in quello che dicevi, ma sei rimasto lì, con il fango della verità non detta appiccicato addosso.
Sarebbe bastata una sola parola, quella parola: ABORTO, e nulla sarebbe più stato come prima.
Ma come Roberto, il miracolo della vita dicevi; ma senza la verità non è più un miracolo quello che hai descritto, il miracolo si riceve e si ringrazia, se una cultura consente di rifiutare il miracolo della vita che nasce nel grembo di una donna, allora non ci crede ai miracoli e se decidiamo per legge che è un miracolo solo dal 90° giorno in poi allora vuol dire che vogliamo obbligare Dio a fare i miracoli solo al tempo in cui lo stabiliamo noi.
Allora vogliamo servirci di Dio per farci i miracoli che ci interessano, solo quando ci interessano.
No Roberto, il miracolo della vita lo è da subito o non lo è mai.
E la tua è stata solo un esibizione apprezzabile di un grande uomo di spettacolo e non un ragionamento veritiero capace di risvegliare coscienze anestetizzate.
BENIGNI, I COMANDAMENTI E IL MIRACOLO DELLA VITA. Il post che segue rispecchia una opinione personale sullo spettacolo di Roberto Benigni sui dieci comandamenti, si può quindi dissentire liberamente, sempre se si hanno delle ragioni valide per farlo e non per partito preso.
Grazie a Roberto Benigni per aver portato al pubblico televisivo l’immenso lavoro di Don Fabio Rosini sui Dieci Comandamenti.
Intendiamoci subito, ce ne fossero di sacerdoti capaci di essere altrettanto affascinanti e coinvolgenti nel parlare delle cose di Dio!
Così come sarebbe bello vedere la stessa folla attorno a quei sacerdoti che, molto meglio di Benigni, ogni giorno parlano gratuitamente delle cose di Dio. Si, perché ci sono sacerdoti, e non sono pochi, che ti incantano quando li senti parlare.
Tanto di cappello, comunque, a chi è stato in grado di tenere incollati davanti al teleschermo dieci milioni di persone per due sere di seguito, a dimostrazione che è possibile, se si vuole, fare televisione di qualità senza neanche interruzioni pubblicitarie.
Ciò doverosamente premesso, non c’è dubbio che ieri sera, Benigni ha perso un’occasione.
Ha perso l’occasione di attraversare quella linea sottile che separa una verità nascosta da una verità svelata.
Ci è andato molto vicino, ma gli è mancato il coraggio!
5° Comandamento. Non uccidere. Immagino quanti di noi hanno trattenuto il fiato sporgendosi dalla poltrona quando si è chiesto se ci fosse bisogno di un comandamento che ti ordina di non uccidere, e poi ancora quando ha superbamente inchiodato alla realtà di barbarie l'istituto della pena di morte.
Dai Benigni! Non uccidere. Adesso lo dice, abbiamo pensato, ora dirà che l’aborto è la maggior causa di morte al mondo, che ogni anno uccidiamo quasi 50 milioni di bambini nel grembo materno.
Niente.
Poi ancora ha detto della guerra, delle centinaia di milioni di morti di tutte le guerre, e di nuovo abbiamo creduto che fosse venuto il momento della verità.
Dai Roberto! Non uccidere. Ora stai parlando di crimini contro l’umanità, e qui ci troviamo di fronte al più imponente, silenzioso e infinito genocidio della storia dell’umanità, tuttora in corso, circa un miliardo di esseri umani sterminati negli ultimi quarant’anni.
Dai, dilla questa verità, se non ora quando?
Non l’hai voluta dire la verità, Roberto, non ne hai avuto il coraggio.
L’affascinante, coinvolgente, a tratti anche goliardica scampagnata tra amici non si è trasformato in un pellegrinaggio al santuario della Verità.
Lo show televisivo è rimasto tale.
Caro Benigni, hai usato come meglio non si poteva parole di amore, di fede, di libertà, di miracolo della vita, ma ti è mancato il coraggio dell’ultimo passo, il coraggio della verità.
Ieri sera hai avuto l’occasione di uscire dalla lordura del “politicamente corretto” dimostrando così che c’era passione e verità in quello che dicevi, ma sei rimasto lì, con il fango della verità non detta appiccicato addosso.
Sarebbe bastata una sola parola, quella parola: ABORTO, e nulla sarebbe più stato come prima.
Ma come Roberto, il miracolo della vita dicevi; ma senza la verità non è più un miracolo quello che hai descritto, il miracolo si riceve e si ringrazia, se una cultura consente di rifiutare il miracolo della vita che nasce nel grembo di una donna, allora non ci crede ai miracoli e se decidiamo per legge che è un miracolo solo dal 90° giorno in poi allora vuol dire che vogliamo obbligare Dio a fare i miracoli solo al tempo in cui lo stabiliamo noi.
Allora vogliamo servirci di Dio per farci i miracoli che ci interessano, solo quando ci interessano.
No Roberto, il miracolo della vita lo è da subito o non lo è mai.
E la tua è stata solo un esibizione apprezzabile di un grande uomo di spettacolo
e non un ragionamento veritiero capace di risvegliare coscienze anestetizzate.
 

Senza commenti aggiunti è tratto da Istruzione Cattolica
 

2 commenti:

  1. E' vero, a Benigni è mancato il coraggio della Verità e dunque il suo è stato solo spettacolo, con battute anticlericali e contro la morale e la dottrina cattolica che facilmente fanno audience.
    Io non ho visto la prima puntata, ma sentiti i commenti positivi, ho deciso di guardare la seconda: mi sono fermata al sesto comandamento............

    PS.
    Mi è piaciuto il quarto, però.

    Un abbraccio ed auguri di un Santo Natale a tutti

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    Risposte
    1. A dire il vero noi non abbiamo visto nessuna delle due puntate, il personaggio dovrebbe fare il comico e non cavalcare gli argomenti che tirano di più, il tizio lo posso definire un comunista capitalista? tante prediche, tante critiche a tutti e poi..........lasciamo perdere!!!.....sono solo soldi pubblici che vanno in fumo, e parliamo di milioni di euro pubblici..........

      Lasciamo perdere la comicità.........
      Un grandissimo abbraccio e tanti auguri di Buon Natale......a tutta la famiglia!!!

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