mercoledì 16 dicembre 2015

HOCKEYLOVE INTERVISTA EMILIANO GARAU



L'intervista a Emiliano Garau da parte della rivista online Hockeylove nella rubrica "SPAZIO G" dedicata ai giovani talenti italiani dell'Hockey su prato............orgoglio di mamma e papà!!!




SPAZIO G. EMILIANO GARAU: EPIGONO DELLA LEGGENDA DI TREXENTA

L’hockey a Suelli nacque con un gruppo di ragazzi di grande talento, che anno dopo anno portarono la società di Luca Pisano e Valeria Spitoni a primeggiare, senza mai vincerla, nella A1/M. 
25 anni dopo, quella storia – che nel frattempo ha espresso tanti altri campioni - rivive con un gruppetto di ragazzini che hanno cominciato in prima media. Alla “Generale Mezzacapo” del paesino della Trexenta.
Fra questi, con Matteo Laconi, Luca Cuccu, Nicola Pingioni, c’è Emiliano Garau. Classe 2000, nato il 25 febbraio.

“Venne a scuola Luca Pitzalis, il primo hockeista che vedevo e la prima volta che sentivo parlare di hockey nel quadro di un progetto scuola-sport”.

- Possibile che in un piccolo centro come il tuo non sapessi che c’era una squadra importante?
“Non lo sapevo, mio padre sì, ma non lo seguiva più di tanto. Però dopo di me ha cominciato anche mia sorella di 10 anni e ora se ne occupa tutta la famiglia”.

- Dopo Luca Pitzalis chi sono stati i tuoi primi istruttori?
“Andai al campo all’inizio della seconda media e conobbi suo fratello Giuseppe e Andrea Vargiu che mi inserirono nella U14/M. Feci quasi subito l’esordio a Cagliari sul campo del CUS perdemmo 3-2”.

- L’inizio non fu un granché.
“L’anno dopo però segnai, anche se sono difensore, una decina di gol tirando anche qualche corto”.

- In Sardegna molte società con grande tradizione vi hanno sbarrato la strada in questi anni.
“Sì, infatti le partite che ricordo con più intensità sono quelle con l’Amsicora, dove tuti sono molto bravi, ma la loro vera forza è il gruppo”.

- Con le giovanili le soddisfazioni non sono state molte, però ti sei fatto con la prima squadra.
“Ho avuto la fortuna di esordire già nel 2014 (era il 4 ottobre – NdR) con la Tevere a Suelli e poi già alla terza giornata feci il mio primo gol in A1/M a Roma, ai giallorossi”.

- Te lo ricordi bene quel gol?
“Certo. Ero in area perché malgrado sia difensore le prime partite in A1/M le feci da attaccante. Arrivò una palla dritta e forte in area alla ricerca della spizzata, il portiere la respinse, io con una volée di dritto a mezz’altezza la colpii senza quasi rendermene conto e feci gol”.

- Da difensore come ti saresti marcato?
“Come mi hanno detto anche domenica Giglio e Paziuk, sarei stato vicino all’attaccante facendogli sentire la pressione e usando la mia forza e la sicurezza che deve avere un giocatore di A1”.

- Lo hai fatto anche domenica con il CUS Padova?
“Qualche volta no. All’inizio il fatto di trovarmi di fronte giocatori più esperti mi ha messo un po’ in imbarazzo, ma poi l’aiuto dei compagni è stato determinante”.

- Quali sono le tue caratteristiche?
“Sono forte fisicamente (173 cmx73 kg) non veloce ma dotato di buona accelerazione, presso, canalizzo e cerco il tempo giusto per il contrasto, sono bravo nei raddoppi, devo migliore nella sicurezza e alleno il flick, già buono che sta migliorando ancora, mentre gli altri colpi sono sufficienti”.

- Da cosa è dipeso il tuo esordio in A1/M così giovane?
“Forse la rosa l’anno scorso non era lunga come quest’anno. Ora il posto me lo conquisto di settimana in settimana e domenica sono partito negli 11. Per questo ero un po’ emozionato”.

- Le nazionali giovanili sinora ti hanno ignorato
“Ho fatto tutto il percorso dei CTH, sono arrivato al decentrato di Cagliari che ha deciso la squadra per l’europeo U18/M in Francia. Penso che in Italia ci sia tanta gente più forte di me che gioca da più tempo. Io sto lavorando”.

- Pensi che la tua generazione possa dare la svolta all’hockey italiano?
“A vedere i risultati di club e delle nazionali degli ultimi anni all’estero il livello è molto superiore, ma la nostra U18/M ha dimostrato di andare molto bene e che potremo esserci”.

- Sei un ragazzo concreto, non ti chiedo il tuo sogno, ma come vedi il Suelli di oggi
“Il nostro obiettivo è sempre quello di arrivare tra le prime”.

-I l tuo modello?
“Andrea Vargiu, anche per il ruolo, ma anche da Lucas Monteleone ho imparato tanto”.

Nella foto Emiliano Garau
(reporter)

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