domenica 16 dicembre 2012

ARIA

Chiudere gli occhi e ascoltare questa musica, vera magia di Bach, immaginare di volare via sulle ali del suono dolce e leggero, volteggiare, farsi portare via dalle calde correnti, planare, vedere il mondo che sta sotto, dirigersi verso l'infinito, lasciare andare i pensieri e poi tornare giù, guardare il creato dal punto di vista del Creatore, immaginare il mondo calmo, silenzioso, in preghiera, vivere un attimo di alba come non si è mai vista, il sole che si affaccia e poi esplode nella sua maestosità, sentire il suo calore che cresce e ti accarezza, il vento che ti sfiora, riprendere il volo su quella quarta corda e continuare a sognare..............magicamente!!!
 
 
 
La suite per orchestra n. 3 in Re maggiore (BWV 1068) fu scritta da Johann Sebastian Bach per il suo patrono, il principe Leopoldo di Anhalt-Köthen, tra gli anni 1717 e 1723. L'organico della suite comprende 3 trombe, timpani, 2 oboi, archi e basso continuo.

L'aria sulla quarta corda 

Il secondo movimento della suite in Re maggiore (BWV 1068) di Johann Sebastian Bach porta l'identificativo di Aria, ma è conosciuto (impropriamente) con il titolo di Aria sulla quarta corda, e si distacca dal resto della suite in quanto è l'unico movimento nel quale vi sia un organico esclusivamente composto da strumenti ad arco.
Nel Romanticismo la bellezza di quest'aria convinse i virtuosi dell'epoca, e in particolare il violinista tedesco August Wilhelmj, a trasportare da Re maggiore a Do maggiore il brano e ad abbassarlo di un'ottava in modo da poter essere suonato tutto sulla quarta corda del violino (la corda di Sol). Così trascritta l'aria perde la sua connotazione pura, celeste e cristallina per assumere tinte meditative e romantiche, un suono caldo e intimo.
L'aria sulla quarta corda è divenuta celebre in Italia anche al grande pubblico grazie alla versione del gruppo vocale Swingle Singers (album Jazz Sebastian Bach del 1963). La versione jazzistica è stata impiegata come sigla da diversi programmi televisivi condotti da Piero Angela (Quark ed altri).
 
 
 

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